“Da troppi anni la politica non ascolta più ciò che si muove nella società. Bisogna riallacciare i fili con chi non si sente più rappresentato, altrimenti restiamo autoreferenziali. Abbiamo bisogno di un partito che sappia parlare alla città, che abbia il coraggio di differenziarsi quando vengono perpetrate delle ingiustizie sociali, che sia attento a ciò che succede negli uffici comunali. La cantilena ‘non contiamo nulla’ non funziona, direttamente o indirettamente siamo complici, perché quando non c’è possibilità di essere protagonisti ci si alza e ci si siede all’opposizione”. Parte così la nota scritta congiuntamente da Angelica Curci (capo dipartimento agricoltura del PD Regione Puglia), Alberto De Toma (segretario provinciale BAT GD) ed altri firmatari.

“In fondo non abbiamo più nulla da perdere, giusto? L’idea di questa mozione è quella di dare al Pd una direzione politica chiara e decisa. Non prendiamoci in giro – proseguono – questa amministrazione è spostata a destra. Il PD non può sedere in consiglio comunale dallo stesso lato di Fratelli d’Italia. Le nostre idee di lavoro, pace sociale, morale, ambientale, produttive sono decisamente diverse. Non si può, non si deve governare a tutti i costi. Chiediamo a chi vuole sottoscrivere questo documento di avere coraggio”.

“Il coraggio sta nel cambiamento. Donne e uomini del PD i giovani non sono portatori di voti o di consenso ma sono delle risorse. La media anagrafica di questo partito è troppo alta, guardatevi intorno il futuro non ci appartiene. Negli anni questo partito ha fagocitato tantissimi giovani che avrebbero potuto dare un serio contributo a questa città ma abbiamo preferito lasciare il passo a chi entrava prepotentemente da quella porta dandogli il trono. Abbiate coraggio. Abbiate il coraggio di dire NO. Non tutti sono espressione dei principi democratici di questo partito, non tutti sono degni rappresentanti della storia di questo partito”.

“Non possiamo essere i portatori del sano principio ‘gli ultimi saranno i primi’ noi non ci stiamo più a questo gioco: chi entra in questo partito deve crescere politicamente – continua – all’interno di queste mura, prima di poter operare per nome e per conto del Pd assumendo dei ruoli istituzionali. Siamo o no il partito della meritocrazia? Il partito è partecipazione, condivisione, visione se non ci sono dei processi democratici, ma tutto è fluido diventiamo un gruppo poliamoroso dove alla partecipazione si sostituisce il ‘io me la canto ed io me la suono. Voi fate presenza. Voi fate numero, fate moina’. No alle riunioni fiume, no all’assenza di riunioni”. 

“Chi rappresenta il partito fuori dalla sede deve essere espressione di una scelta presa e condivisa nel partito. I consigli comunali vanno preparati, bisogna studiare. Le giunte vanno condivise, gli incontri politici vanno discussi. Altrimenti ognuno è espressione del proprio io e non del Pd. Per rendere più agibile il Partito Democratico il segretario deve strutturarsi. Deve con coraggio scegliere il suo vice, la sua segreteria. Solo la struttura dà la sintesi. La gestione deve essere condivisa, così come recita il nostro Statuto non si possono avere in capo ad una persona la concentrazione di più ruoli istituzionali. La figura del coordinatore del circolo deve essere terza ed imparziale, capace di ascoltare le varie anime e di fare sintesi. La Mozione congressuale il coraggio del cambiamento si apre al confronto costruttivo sui temi che riguardano la vita all’interno del partito e l’idea che abbiamo della Città. Non si impone un congresso ma si propone il coraggio che risiede nel cambiamento”.