PUBBLIREDAZIONALE – Appuntamento estivo con la rubrica dedicata ai viaggi ed ai consigli che darà ai lettori Luigi Lanotte, responsabile commerciale del gruppo “A Proposito di Viaggi” con sede a Bisceglie in piazza Vittorio Emanuele, 35. Il nuovo viaggio del nostro “capitano di mille avventure”, ci porta in Canada alla scoperta di Toronto e Vancouver

Quando si pensa all’America, gli USA indubbiamente rubano la scena a tutti gli altri paesi del continente per una miriade di motivi, a scapito anche di quel gigantesco Paese che sta giusto sopra di essi, ossia il Canada. Nella lista dei viaggi ancora da fare non era sicuramente tra i miei preferiti pur avendomi sempre incuriosito. Quando mi è stata prospettata la possibilità di visitarlo, non ho avuto alcuna esitazione e sono partito. Sono giunto a Toronto nel pomeriggio e subito mi sono reso conto di essere arrivato in una delle grandi città del Nord America: la sensazione è quella di una città pulita, ordinata e sicura! Per arrivare in città, il trasferimento dall’aeroporto dura circa 40 minuti.

Toronto è una città costruita dagli italiani e abitata da italiani di terza generazione, ma stranamente è difficile trovare guide turistiche italiane. Il perché è presto detto: gli italiani ricoprono ruoli molto importanti nella società canadese e se conosci la lingua certo non fai la guida turistica. Dopo una prima passeggiata serale, utile ad ingannare il jet leg, e una cena in una steakhouse con tanto di cheeseburger, vado a dormire visto che mi aspetta una settimana ricca di impegni.

La guida è John, o meglio, Giovanni, italiano immigrato in Canada da ragazzo che racconta la vita dei canadesi e le bellezze di Toronto a modo suo. Pur non ricordando date e avvenimenti storici, racconta aneddoti e avvenimenti di vita reale. Poco professionale ma molto genuino. Va bene così. Racconta che a Toronto si vive molto bene e che chiunque voglia lavorare ne ha la possibilità; molti vivono fuori dal centro ma ovunque ci sono tante opportunità. In effetti, girando per il centro, ti rendi conto che negozi, centri commerciali e ristoranti sono molto frequentati da persone di ogni età e che il tenore di vita è molto alto.

A proposito di ristoranti, una breve parentesi sulla cucina canadese. Non esiste una cucina canadese, ma a Toronto puoi trovare la cucina di ogni Paese del mondo. Puoi mangiare italiano, giapponese, thai, cinese, indiano ma la cucina che più rappresenta il Canada è quella delle steakhouse e degli hamburger. A Vancouver ho mangiato anche dell’ottima pizza ma il must restano la carne e il salmone. Consiglio sempre la birra canadese, leggera ed economica, ma si può anche bere del buon vino (anche se molto costoso). Prendete un solo piatto poiché è sempre abbondante e completo di contorno. I prezzi vanno dai 20 ai 40 dollari canadesi.

A proposito di dollari canadesi, il nostro euro è molto forte poiché cambiato a 0,75. Questo vuol dire che per noi quelle portate costeranno circa tra i 15 e i 30 euro. Ricordatevi però che poi aggiungeranno sempre tasse (circa 10%) e mancia (facoltativa solo sulla carta, e che si aggira sul 15%). Perciò non considerate il prezzo esposto come prezzo finale ma aggiungeteci sempre un 25% in più. Importante: il Wi-Fi gratuito è funzionante ovunque e quasi sempre non necessita di password.

Con John lascio Toronto e mi dirigo a Niagara Falls che, se senza traffico sono raggiungibili in 1 ora e 40 minuti, in condizioni normali occorrono circa 2 ore e mezzo. Per fortuna è bassa stagione, c’è poca gente e quindi poche file. Imponenti e maestose, così come le ricordavo da un mio precedente viaggio, le Cascate del Niagara dividono il Canada dagli Stati Uniti. Il fiume Niagara corre sul confine che prosegue sul lago Ontario dal quale prende il nome tutta la regione. La visita alle cascate consta di due momenti diversi: la mattina il giro in battello con tanto di impermeabile in plastica per non bagnarsi, visto che si arriva proprio sotto il muro d’acqua e la vista dalla terra lato canadese per ammirarne la potenza dai bordi.

Sicuramente il giro in battello è il momento più divertente e particolare visto che in alcuni momenti pensi stia piovendo, ma poi guardi il cielo e capisci che si tratta del vapore acqueo così forte da coprire tutto il bacino della cascata stessa. Guardarle dal basso fa un certo effetto perché ti rendi conto di quanto sia potente la natura. La consiglio sicuramente come una delle esperienze da fare. Per il pranzo, la location è all’ultimo piano dello Sheraton, vero mostro di cemento costruito a ridosso del fiume, utile però ad ammirare le cascate dall’alto. Il buffet ha un costo accessibile, solo 22 dollari, ed è di buona qualità, forse perché lo chef è italiano. Prima di rientrare a Toronto, in un’azienda vinicola della regione illustrano come fanno a far sopravvivere i vigneti ai meno 20 gradi dell’inverno. L’assaggio di un vino di bassa qualità toglie tutta la poesia ad un momento che avrebbe potuto avere reminiscenze da “Il profumo del mosto selvatico”. Esperienza da evitare anche considerando che in Italia siamo nel regno del vino e delle cantine.

Altra serata a Toronto per scoprire la città sotterranea! E sì, perché viste le bassissime temperature invernali, i canadesi si sono inventati questa immensa rete di passaggi sotterranei con tanto di negozi, locali, ristoranti. Un vero centro commerciale su tre livelli grazie al quale gli abitanti possono spostarsi da una parte all’altra della città senza dover uscire in superficie con le temperature che in inverno toccano anche i meno 28 gradi. Da vedere!

Per chi dovesse invece chiedersi quale sia la parte del Canada dove si parla il francese, dico subito che si tratta della sola regione: del Quebec con Montreal che in origine era la vera città regina del Paese. Proprio a causa della imposizione da parte del governatore dell’uso della lingua francese molti imprenditori sono scappati a Toronto che in pochissimi anni è diventata la città più importante del Canada.

Toronto è ancora oggi in fortissima espansione e continuamente in divenire: basterebbe tornarci tra qualche anno per trovarla completamente cambiata. L’ultimo giorno a Toronto è fitto, il programma di visite degli hotel, ma su questo, per avere maggiori informazioni, rivolgetevi alle Agenzie A Proposito di Viaggi o contattateci sui social.

Ultima tappa, dopo aver girato a piedi in lungo e largo il centro col mercato di San Lorenzo e le antiche distillerie, goduto un buonissimo aperitivo sul Waterfront con le sue isole e le sue spiagge, è la Cin Tower, l’edificio più alto della città dal quale è possibile ammirarla in tutta la sua vastità. Scattare foto ed aspettare il tramonto godendosi la lentezza del tempo. Vi consiglio di farlo calcolando proprio l’ultima ora di sole prima che scompaia all’orizzonte.

La mattina del passaggio sulla costa occidentale è una vera levataccia; infatti sveglia alle 4.30 per prendere un volo che, grazie al fuso orario, atterra a Vancouver alle 9.30 del mattino. Giulia, la guida su Vancouver, inizia il suo lavoro spiegando che l’aeroporto non è collegato alla città da un’autostrada perché la popolazione della città si è opposta al progetto per non rovinarne la struttura urbana. Vancouver non regala lo stesso impatto positivo di Toronto. Sembra una città disordinata dove il centro è solo un agglomerato di grattacieli costruiti senza un senso che si alternano con degli orribili condomini anni ‘70 in stile europeo. La tappa a Stanley Park aiuta a comprendere perché si parla di una delle città con la più alta qualità della vita al mondo. Il tempo di terminare il giro della città passando dal quartiere cinese: Giulia racconta che sono stati concentrati qui tutti i tossicodipendenti e i barboni della città per essere controllati e curati a seconda delle necessità. Dopo il giro degli alberghi, finalmente tempo da dedicare alla visita della città ed è quello che più mi piace fare: scoprirne le strade, osservare la gente, vivere i caffè, berne la birra e assaporarne colori, odori e sapori. Il centro è fatto anche di bellissime case vittoriane che coi saliscendi delle strade ricordano San Francisco. A “legare” le due città c’è anche un ponte che, pur non essendo rosso, ricorda il Golden Gate e unisce il centro di Vancouver con i quartieri a nord e ad est verso le montagne. La qualità della vita qui è altissima e si nota quando al tramonto, quasi per caso, ci si ritrova sulla bellissima spiaggia con tutti i romantici che, nell’attesa di vedere il sole annegare nell’oceano, stanno lì abbracciati o mano nella mano sui tronchi che i fiumi portano sulle spiagge dalle grandi foreste.

All’indomani la visita di Victoria, capitale dell’isola di Vancouver, prevede l’imbarco sul traghetto alle 7.30 del mattino. L’ennesima levataccia è ben ripagata dalla natura che regala un’alba dai colori straordinari con un sole dorato che riemerge dal mare tra le montagne. Da Vedere e Godere. Victoria è la città del miglio 0 là dove nasce l’autostrada che percorre il Canada da ovest ad est per 12mila km. Cittadina costruita dai funzionari della ferrovia lì dove la ferrovia non è mai arrivata, oggi è meta universitaria e allo stesso tempo località dove vanno in pensione gli anziani canadesi che ben possono godersi il lungomare coi bellissimi panorami. Meta successiva sono i Giardini di Burchard, famosi in tutto il mondo e meta turistica visitata da migliaia di turisti durante tutto l’anno. Esplosione di colori e profumi con uno scenario elegante degno delle ville o tenute inglesi di più alto livello. Anche qui, come del resto ovunque in Canada, organizzazione perfetta anche nell’allestimento del brunch per il pranzo. Da Victoria è possibile anche avvistare le orche con idrovolante o barca durante tutto l’anno. Ma attenzione, apro una parentesi sulla stagionalità, il Canada va visitato da maggio a settembre poiché diventa proibitivo farlo negli altri mesi dell’anno durante i quali Toronto cade sotto la neve e il gelo invernale mentre Vancouver entra nel tunnel della pioggia continua che durerà fino ad aprile per tutti i giorni e per tutto il giorno. A Vancouver infatti, grazie alla presenza del mare le temperature sono più miti e non scendono mai sotto gli zero gradi.

A poca distanza vi sono le montagne rocciose coi parchi più belli del Canada di Banff e Jasper. L’Alaska è invece raggiungibile facilmente con le crociere in partenza proprio dal grande nuovo terminal della città. L’ultimo giorno a Vancouver è anche il più bello di tutto il viaggio: la biciclettata in giro per la città: una delle esperienze più belle della mia vita! Sarà perché la pista ciclabile di Vancouver è la migliore al mondo, sarà la bravissima guida Nick, sarà perché scopro degli angoli della città che senza questo percorso mai avrei visto, sta di fatto che in 25 km si passa dal paesaggio urbano dei grattacieli alla foresta dei castori, ai totem dei nativi con le loro bellissime storie intagliate nel legno, al lungomare, alle spiagge fino a Ganville Island che coi suoi ristoranti, i suoi artisti e suoi negozi è il posto più visitato del Canada dopo le Cascate del Niagara.

Finisco questo bellissimo tour passando per la cittadella Olimpia e tornando nuovamente nella Downtown coi suoi imponenti grattacieli di vetro. Stanco ma non ancora contento, faccio un altro giro a piedi nel centro della città andando a vedere il famoso orologio a vapore. Ultima cena a base di pesce sul mare sancisce finalmente la conquista di questa magnifica città. O meglio, è Vancouver ad avermi conquistato coi suoi contrasti, la sua gente pronta ad aiutarti ogni volta che ti vede con la cartina in mano a cercare la via dell’hotel, i suoi tramonti, i suoi sapori, i suoi odori le sue bellissime case vittoriane, il quartiere gay con gli attraversamenti pedonali colorati coi colori dell’arcobaleno, il suo traffico pacato e regolare, i suoi semafori, i suoi totem, i suoi bellissimi parchi ma soprattutto la sua pista ciclabile.

Il viaggio di rientro non è uno scherzo: 4 ore per arrivare a Toronto e dopo due ore di attesa altre 7 per rientrare a Milano, felice di aver visto e vissuto tantissime cose arricchendo di una nuova magnifica esperienza il bagaglio culturale e professionale. Arrivederci Canada!