“Venerdì scorso abbiamo discusso in consiglio comunale il progetto del nuovo cimitero cittadino in via vecchia Corato (leggi qui), un progetto per alcuni aspetti interessante ma che, per l’importanza e l’impatto che avrà, avrebbe dovuto essere presentato con maggiore anticipo e meglio condiviso”. A dichiararlo è il consigliere comunale Peppo Ruggieri.

“Con spirito costruttivo ho proposto due emendamenti – continua – dei quali purtroppo solo uno è stato approvato”.

“Il primo ha riguardato una correzione relativa all’area dedicata all’inumazione per culti diversi, definita con una scelta poco felice ‘altre etnie’ e prevista in maniera inadeguata, al limite della ghettizzazione. Lo spirito dell’emendamento, votato all’unanimità dei presenti, è consistito in una migliore individuazione degli spazi riservati a esigenze di culto diverse, più dignitosa rispetto a quanto previsto”.

“Il secondo emendamento ha riguardato, invece, la destinazione della struttura prevista al centro del cimitero, un’altra chiesa. Ho proposto di ampliarne l’uso attraverso la previsione di un edificio senza una caratterizzazione definita ma multiconfessionale, capace di permettere a tutti i cittadini di scegliere il rito più adatto al percorso di vita che hanno effettuato”.

“Una proposta sostenuta da vari aspetti che ho relazionato – spiega Ruggieri – tra cui uno molto pratico: la spesa preventivata per la costruzione, pari a 880.000 euro, è parte dei costi che il realizzatore e gestore dovrà recuperare attraverso l’applicazione delle tariffe: e se la pagano tutti, dovrebbero poterla usare tutti”.

“Purtroppo la maggioranza dei consiglieri comunali ha rifiutato questa condivisione e, pur accettando il risultato della votazione (9 contrari, 5 favorevoli, 2 astenuti), non posso nascondere una certa delusione. Perché quando si negano i diritti individuali, non è mai una cosa buona per la società e la democrazia”.

“Si sarebbe trattato solo di aumentare la possibilità di uso anche ad altri culti – spiega il consigliere comunale – con lo stesso principio per cui si dedica loro un’area riservata e la possibilità di cerimonie umaniste, senza nulla togliere agli altri. Consentire, cioè, di poter tenere ogni tipo di rito per permettere a parenti e amici un funerale, l’ultimo saluto, una tappa importante del processo di elaborazione del lutto e del dolore. Perché, è bene ricordarlo, un cimitero è una struttura pubblica, di tutti, non solo di alcuni: una cosa che dovrebbe essere quantomeno scontata in un’Italia sempre più eterogenea e in veloce cambiamento già adesso, figuriamoci nei 30 anni futuri, tempo minimo di servizio della struttura”.

“Concludo ringraziando i consiglieri Carelli, Di Tullio, Amendolagine e Capurso per essere stati gli unici ad aver sostenuto l’emendamento con i loro voti favorevoli. Forse la classe dirigente biscegliese non sarà ancora pronta per aperture di questo tipo ma è certo, come spesso accade in politica, che il Paese reale è già un pezzo più avanti”.