Lo Stato ha tolto alle regioni ogni potere di controllo della curva epidemica. Anche sulla scuola questo potere è stato eliminato, resta da capire se il decreto lascerà una forma di libertà. Che succede a quelle famiglie che per tutelare se stesse preferiscono la didattica a distanza piuttosto che le lezioni in presenza?”, questo è ciò che afferma e che si chiede il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in seguito all’emanazione del decreto emanato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.

Il decreto legge, in effetti, impedisce ai presidenti di regione di emanare ordinanze più restrittive soprattutto per le scuole. Dopo Pasqua, stando allo stesso decreto, gli studenti dall’infanzia fino alla prima media tornano in presenza dovunque, anche nelle regioni in zona rossa.

“In Puglia il numero di genitori infettati dai figli è consistente. Va garantito il diritto delle persone che vogliono tenere i bambini a casa di scegliere la didattica a distanza. Noi, nel pieno della terza ondata, facciamo il contrario della Francia, che ha chiuso le scuole, della Germania che non le ha mai aperte, e dell’Inghilterra che le ha tenute chiuse sino al completamento delle vaccinazioni”, aggiunge Emiliano.

Anche il portavoce Anci nazionale, Antonio Decaro, afferma: “Il governo non ha ascoltato i sindaci prima di varare il provvedimento. Si è interrotta una collaborazione, finora stabile, e non mi spiego per quale ragione. Il prolungarsi delle chiusure deve essere spiegato e giustificato a cittadini comprensibilmente provati anche perché i ristori del Decreto Sostegni non sono ancora arrivati. Della riapertura degli asili nido, che sono comunali, l’ho scoperto dalle agenzie di stampa”, dichiara Decaro che aggiunge “Non è il momento di fare viaggi. Restate a casa“.