Lo scorso 28 febbraio, in una conferenza stampa che si è svolta nella libreria Abbraccio alla Vita, Libera il futuro e Pro Natura Bisceglie hanno illustrato le novità relative alla vicenda della lottizzazione alla BiMarmi e la relazione del Ministero della Cultura che “ha sostanzialmente dato ragione a tutte le nostre istanze – dichiarano – di opposizione alla cementificazione, con palazzi per 300 appartamenti, della costa di levante.

Nel dettaglio, i due movimenti hanno affermano che “la Direzione Paesaggio del Ministero ha sancito che:

1. L’associazione Ripalta Area Protetta era legittimata a ricorrere in giudizio, a differenza di quanto sancito con sentenza del 2022 dal Tar Puglia, e ha dimostrato il prevalente fine statutario rivolto alla tutela dell’ambiente e alla conservazione degli equilibri naturalistici per la zona Pantano Ripalta, la presenza di una specifica struttura organizzativa e la vicinitas con l’area costiera da tutelare e su cui, invece, si intende edificare;
2. Andava realizzata la Valutazione Ambientale Strategica nell’ambito del procedimento di approvazione del piano di lottizzazione e, invece, questa stessa non è stata effettuata dal Comune. La VAS serve a tutelare le aree di interesse naturalistico, ambientale e archeologico. Nell’ambito del procedimento di approvazione della lottizzazione alla BiMarmi, era stata richiesta dalla Soprintendenza Archeologica, alle Belle Arti e al Paesaggio della Bat, ma non è stata effettuata. La Soprintendenza ha riconosciuto la necessità di tutela di un’area a vincolo paesaggistico e dell’area di interesse archeologico di San Francesco;
3. Non erano applicabili, nell’approvazione del piano, le clausole di salvaguardia del PPTR che avrebbero consentito di derogare al divieto di edificare entro 300 metri dalla costa. Viceversa, bisognava applicare le limitazioni dell’articolo 45 per le zone costiere e degli articoli 74 e seguenti per le aree di notevole interesse pubblico sotto il profilo paesaggistico. In particolare, l’art. 45 del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale dice che “Nei territori costieri (…) non sono ammissibili piani, progetti e interventi che comportano: (…) realizzazione di qualsiasi nuova opera edilizia, fatta eccezione per le opere finalizzate al recupero/ripristino dei valori paesistico/ambientali”.

“Dopo questa pronuncia del Ministero della Cultura crediamo – continuano – che per Comune e lottizzanti non sia possibile far finta di niente. Per questo motivo, come annunciato in conferenza, abbiamo inviato una PEC agli amministratori locali e in conoscenza a Ministero della Cultura e Regione Puglia, sollecitando:

– il Comune ad opporsi in giudizio al Consiglio di Stato all’ultima pronuncia del TAR, adducendo anche come motivi aggiunti la documentazione da noi prodotta;
– il Comune a convocare immediatamente un tavolo di concertazione con i lottizzanti per concordare una soluzione differente, anche nell’ambito del procedimento di approvazione del nuovo Piano Urbanistico Generale di cui abbiamo sollecitato, nella stessa PEC, la ripresa e l’accelerazione dell’iter di approvazione definitiva.

“Vogliamo che la costa di levante venga riqualificata – concludono Libera il futuro e Pro Natura – ma con destinazione d’uso a parco costiero e strutture ludico ricettive ad alta sostenibilità. In assenza di riscontro alle nostre legittime richieste non escludiamo di informare la Prefettura e la Procura della Repubblica con il deposito delle nostre memorie”.