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I risultati de “Un’altra Terra”: attraverso la coltivazione, reinserimento nel mondo del lavoro

Esporre i risultati conseguiti con il progetto “Un’altra terra” che, attraverso la coltura di ortaggi e prodotti etnici in parte donati alle mense della Carisa Diocesana, ha avuto come obiettivo il reinserimento nel mondo del lavoro di soggetti in esecuzione di pena o che avessero già concluso l’esecuzione di pena. Sarà dedicata a questo la conferenza stampa in programma mercoledì 29 marzo alle ore 10 a Bisceglie che si terrà direttamente sul

A Bisceglie il progetto “Un’altra terra”: lavoro, solidarietà e futuro nell’agro

“Sono diverse le persone che, appena terminato di scontare una pena detentiva, utilizzano le ore di ricevimento che l’Assessorato dedica ai cittadini biscegliesi per chiedere all’ente un aiuto nel trovare una nuova occupazione. Quando una di queste persone è arrivata a dirmi che se non avesse trovato lavoro, sarebbe tornata a delinquere, ho provato un dolore al quale sarebbe stato impossibile rimanere indifferente”. Così Roberta Rigante, Assessore all’inclusione sociale del

“Un’altra terra”, progetto per soggetti in esecuzione di pena: coltivare e donare

Coltivare, in senso pratico, figurativo ed etico, favorendo il reinserimento nel mondo del lavoro di soggetti in esecuzione di pena o che abbiano già concluso l’esecuzione di pena attraverso due azioni parallele: la coltura di ortaggi e prodotti etnici; la donazione dei prodotti alle mense della Caritas diocesana. È l’obiettivo del progetto “Un’altra terra”, promosso dal Comune di Bisceglie e organizzato in partnership con Caritas diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie, Terre Solidali Impresa Sociale, UiEPE (l’ufficio interdistrettuale di esecuzione