“Le Feste Patronali della Città di Bisceglie, in onore dei Santi Mauro, Sergio e Pantaleone (la prima domenica di agosto) e della Beata Vergine Addolorata (il 15 di settembre), hanno sempre unito la devozione religiosa popolare alla gioiosa e conviviale solennità. Da alcuni anni a questa parte, però, le nostre Feste Patronali, pur conservando la devozione religiosa, hanno perduto l’antico prestigio”.A dichiaralo in una nota è Franco Napoletano, in passato sindaco di Bisceglie nonché deputato.

“Con l’attuale Amministrazione comunale, poi – prosegue – le celebrazioni civili della solennità religiosa sembrano ridursi ad una festa parrocchiale allargata, con un profilo da piccolo e sperduto paesino dell’entroterra. Le luminarie che addobbano il centro cittadino sono di una pochezza e di una tristezza disarmante, specialmente se raffrontate con le luminarie delle città limitrofe (vedi Molfetta, per es.), per non dire delle località salentine. I fuochi pirotecnici, così attesi e seguiti dalla popolazione, sono ridotti nel numero, rispetto agli anni passati ed assai deludenti, mentre a Bisceglie i ‘botti’ vengono fatti esplodere ogni sera, senza alcuna autorizzazione e senza motivazioni ludiche (segnali malavitosi?), nel disinteresse di amministratori e forze dell’ordine. La cassa armonica è stata inopinatamente spostata dal Palazzuolo a Piazza Margherita (su iniziativa di chi e per quali motivi?), in uno spazio angusto, di fronte ad un Teatro Garibaldi chiuso ed offeso da anni, infrangendo, così, la secolare tradizione delle famiglie e dei cittadini biscegliesi, che erano soliti godere degli eventi musicali nel mentre, seduti davanti ai tavolini, gustavano i deliziosi gelati e dolci locali”.

“E’ arrivato il momento di invitare Il Sindaco, gli Amministratori e l’intera Città – sottolinea Napoletano – ad una seria riflessione su che futuro riservare alle Feste Patronali. Da un lato, i cittadini e, soprattutto, le attività commerciali ed economiche, è da oltre un ventennio che non contribuiscono più come un tempo alla buona riuscita delle Feste. I contributi provenienti dalla Città, infatti, sono scarsi e diminuiscono ogni anno di più. Dall’altro lato, il Comune stanzia da anni somme sempre più irrisorie in bilancio per le feste patronali. Per tacere della assoluta precarietà dei servizi, in primo luogo quelli igienico-sanitari, offerti ai venditori ambulanti, tra cui molti extracomunitari, che pure pagano i posteggi (sempre con ricevute?)”.

“In queste condizioni, il Comitato Feste Patronali, nelle persone pur volenterose, encomiabili ed appassionate che si sono avvicendate in tutti questi anni, ha dovuto fare i conti con le esigue risorse a disposizione ed arrangiarsi alla meno peggio. Peraltro – continua – mi sembra riduttivo esaurire l’impegno della Civica Amministrazione all’ambìta presenza nelle prime file della Concattedrale, durante la messa pontificale del Vescovo ed alla solita passerella dei ‘potenti’, nell’ambito della tradizionale processione, per ‘farsi vedere’ dal popolo. Ci sta, ma non basta. L’Amministrazione comunale e, soprattutto, il Sindaco devono assumersi le proprie responsabilità e decidere, una buona volta, cosa fare delle Feste Patronali, perché l’attuale mediocrità è inaccettabile. Anche le opposizioni consiliari, che vedo essere molto disponibili a condividere ordini del giorno con la maggioranza sull’igiene urbana, non sarebbe male che intervenissero anche su questo argomento. Le cose o si fanno in grande o non si fanno! Devono continuare a lesinare le risorse al Comitato Feste Patronali e lasciare che le suddette Feste cadano in desuetudine e pian piano si estinguano nella parte celebrativa civile? Lo scopo è quello di caratterizzare tali Feste Patronali solo ed unicamente sotto l’aspetto religioso, eliminando progressivamente luminarie, fuochi, bande musicali e giostre?”.

“Ritengo, invece, che alle Feste Patronali debba essere ridata una nuova importanza, degna di una Città che vuole crescere. Pur considerando prevalente ed insopprimibile la devozione e l’anelito religioso, agli Amministratori comunali non devono sfuggire gli elementi di serena gioiosità, insiti nelle festività più tradizionali e le implicazioni economiche e d’immagine per la Città. Una Festa più importante, innanzitutto, coinvolgerebbe ancora di più la popolazione, in particolare quella parte di cittadinanza, come quella giovanile, che si sente sempre più estranea e che alla tradizione preferisce il luna park. Una Festa più importante richiamerebbe molta più gente da fuori Bisceglie e non soltanto coloro che tornano in Città per le ferie e per i parenti. Un maggior numero di presenze avrebbe di sicuro un impatto positivo sull’economia cittadina, specialmente nel settore del commercio (negozi, ambulanti, bar, pasticcerie e gelaterie, pizzerie, ristoranti, ecc.) e sui livelli occupazionali”.

“Se le luminarie fossero stupende, se i fuochi pirotecnici fossero più duraturi e strabilianti, se il programma musicale fosse più vario e significativo (non può certamente bastare la pur lodevole Banda di Bisceglie), si parlerebbe sempre di più della nostra Città ed inevitabilmente si incrementerebbero le presenze. Per realizzare ciò, l’Amministrazione comunale dovrebbe investire di più nelle Feste Patronali, anche se la Città non contribuisce come potrebbe e dovrebbe, nei limiti delle possibilità delle imprese (a Bisceglie abbiamo più ‘prenditori’ che ‘imprenditori’). Cosa che dovrebbe fare anche per un’Estate Biscegliese più importante, poiché i patrocini gratuiti che non si negano a nessuno si rivelano spesso un’abitudine stantìa e non si può pretendere che la maggior parte delle iniziative le facciano le associazioni private. Si eviti di dire che ‘non ci sono soldi!’, perché ciò non è assolutamente vero, come è noto a chi conosce lo stato delle finanze comunali. I soldi ci sono, ma vanno spesi in maniera oculata: per esempio, basta non sprecarli in cause perse, debiti fuori bilancio abnormi e procedure esecutive subite per mancati pagamenti. La Città ha necessità di pensare in grande, di porsi degli obiettivi ambiziosi, di sfruttare meglio le proprie peculiarità, anche in momenti economicamente difficili. Per questo – conclude Napoletano – chi amministra la Città dimostri di essere all’altezza e ridia nuova linfa e lustro alle antiche tradizioni delle Feste popolari”.