“Ma era proprio il caso che quest’anno la nostra Amministrazione Comunale deliberasse di destinare 29.000 euro di soldi pubblici per le luminarie natalizie o sarebbe stato opportuno farne altro uso considerato il periodo molto particolare a causa della pandemia da virus Covid-19 che stiamo vivendo particolarmente anche a Bisceglie?” E’ la domanda che si pongono Vincenzo Valente e Marco Di Leo, responsabili del movimento politico Bisceglie d’Amare.

“Tutti noi, cittadini di buon senso, sappiamo che sarà un Natale “diverso” per i noti motivi di prevenzione del contagio a Bisceglie circa 500 contagiati, dati di oggi dichiarati dal Sindaco e riportati sulla stampa, a cui si deve aggiungere una situazione sociale ed economica molto precaria. A nostro modesto avviso poteva essere una occasione di dare un segno di “svolta” (tanto decantata) anche culturale oltre che dettata da motivi di opportunità”

“Tante altre città hanno preferito quest’anno eliminare o ridurre questo impegno di spesa – continuano i responsabili di Bisceglie d’Amare – destinando al sociale le disponibilità risparmiate o, come attivato in altri Comuni, ad esempio Mesagne, Foggia e Taranto, di concerto con le attività commerciali della città, è stata attivata una Christmas card destinata ai cittadini socialmente deboli che possono utilizzare le somme presso gli “esercizi commerciali di vicinato” della città e, contemporaneamente, i commercianti si sono adoperati in proprio per allestire gli arredi simbolici del natale nei propri esercizi ed in prossimità degli stessi su aree pubbliche senza alcun onere per tale utilizzo”.

“Già per tempo era emersa una proposta in tal senso da ex amministratore della città e rappresentante politico del movimento Bisceglie d’Amare, ma è rimasta inascoltata e non considerata. Noi siamo consapevoli che anche se i dati trasmessi dai media ci dicono che il virus rallenta comunque le prossime festività dovranno essere vissute nel massimo rispetto delle norme anticontagio: evitare assembramenti e aggregazioni oltre che prevenzione igienica personale, e che il Natale quest’anno lo dovremo vivere veramente in ristrettezza numerica e, purtroppo, anche sociale ed economica”

“Purtroppo a Bisceglie chi dovrebbe dare l’esempio – chiosano Valente e Di Leo – e, possibilmente, guidare un cambiamento culturale non la pensa allo stesso modo o non lo pensa proprio”.