“Badiamo sempre a come cadere meglio”, non ci si lascia mai andare davvero sul sentiero della sincerità, della schiettezza, dell’affetto incondizionato, della distensione delle pieghe dell’anima. Siamo ingabbiati in schemi fatti di ipocrisie (la ‘terapia dell’ipocrisia’), di mancate verità, di malcelate verità, di convenevoli e di perbenismi sterili. Questo, ma non solo questo, è il messaggio-bomba arrivato dritto al cuore, alla testa, all’anima nel corso dello spettacolo firmato da Giancarlo Attolico, direttore della Compagnia BinarioZero, e andato in scena domenica 29 e lunedì 30 maggio al Teatro don Luigi Sturzo di Bisceglie.

Sette interpreti, tutte al femminile, ciascuna delle quali racconta inadeguatezze, desideri, lassismi, idiosincrasie, sogni oppressi e soffocati, delusioni vissuti nel corso della loro esistenza. Uno storytelling mai, ribadiamo, mai banale che avviene nel reparto “Femminile 37”, titolo del lavoro artistico, socio-artistico, del capotreno Attolico. Un regista, chiediamo scusa per la ripetizione, mai banale, ancora più maturo, ancora più capace di scandagliare i corridoi più in penombra dell’animo umano, ma con pennellate di leggerezza, territorialità, sorriso e testando la capacità di mettersi in gioco, ad ogni spettacolo, di uno spettatore. In tutti i tre spettacoli (due la domenica, uno il lunedì) gli uomini che hanno risposto ‘sì’ sono stati straordinariamente parte dello spettacolo aggiungendo humor e facendo sentire il pubblico protagonista del lavoro socio-teatrale.

Angela Ferrarese, Stefania Losciale, Angela Losciale, Isabella Leuci, Angela Di Gregorio, Maria Lacavalla, Lidia Cosmai meritano tutte e ugualmente una menzione dorata, da top player, da gradino più alto del podio. Ciascuna di loro ha rappresentato una sfaccettatura dell’ordinarietà, spesso struggente, della vita umana, ma, in questo caso, non comprese o, ancora peggio, represse, soffocate. La follia è una caratteristica umana, il nastro di partenza della creatività, non una patologia da placare periodicamente con pasticche come invece avviene in Femminile 37.

Un lavoro preparato già prima del periodo pandemico ma che, come ha spiegato Attolico, ha guardato lontano, perché l’arte guarda lontano, va oltre lo sguardo umano, prevede, è lungimirante, anticipa.

Photogallery a cura di Giuseppe Porcelli