Dopo alcuni mesi di silenzio la Onlus biscegliese “Etnie” ha deciso di far sentire la propria voce sulla questione dei richiedenti asilo politico ospitati in tutta la regione Puglia, e quindi anche a Bisceglie. Il mezzo scelto per affrontare la questione del massiccio numero di cittadini stranieri che sta giungendo sulle nostre coste è quello della lettera aperta al prefetto della città di Bari.

Il direttivo di “Etnie” parte subito facendo un raffronto con quella che fu l’ “Emergenza nord Africa” del 2011, in quel caso numerosi enti di tutela, come la stessa onlus biscegliese, furono impegnati a fianco delle strutture di accoglienza private per una presa in carico efficiente dei profughi provenienti dalla vicina Libia. Anche oggi, analogamente a quanto successo tre anni fa, le strutture di accoglienza possono essere gestite da soggetti del terzo settore con pregressa esperienza nell’ambito e/o nella gestione di progetti SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati n.d.r.) o da strutture alberghiere, purché quest’ultime possano dimostrare di aver stipulato accordi con enti di tutela in grado di garantire i servizi di orientamento legale e di mediazione linguistica culturale”. Differentemente però da quanto accaduto nel recente passato oggi gli enti di tutela non vedono riconosciuto il loro ruolo politicamente, anzi sarebbero in pratica fatti agire in un regime di concorrenza economica che andrebbe a discapito del servizio offerto e quindi dei richiedenti asilo politico . Più nello specifico “Etnie” denuncia che : “Gli avvisi pubblicati dalle Prefetture invitano implicitamente gli enti di tutela a offrire i propri servizi in una logica di “libero mercato” a soggetti privati che, per loro stessa natura, hanno necessità di generare un utile: tale modalità non costituisce il giusto presupposto per una accoglienza dignitosa e integrata”.

Questi criteri, secondo i membri di “Etnie”, avrebbero portato ad altissime concentrazioni di profughi in comuni di medie dimensioni e spesso anche all’insaputa degli enti locali. Inoltre viene rimarcato come: “Il soggetto privato non è tenuto a preoccuparsi dell’impatto sociale che la presenza di centinaia di profughi può determinare in una comunità. C’è quindi poco da stupirsi se oggi l’opinione pubblica, impreparata e poco informata, mostra diffidenza e scarsa accettazione nei confronti del sistema di accoglienza in generale e, inevitabilmente, anche nei confronti degli stessi ospiti”. La onlus biscegliese ci tiene anche a precisare come dei 30 euro di diaria giornaliera pro capite spettino realmente al singolo ospite straniero solo 2,50 euro, la differenza copre il costo delle spese generali delle strutture di accoglienza.

La lettera si conclude con la chiara esplicitazione della volontà di “Etnie”: In qualità di ente di tutela, Etnie onlus sostiene con forza l’istituzione del tavolo di governance regionale come strumento principe per l’organizzazione di un sistema di accoglienza integrato, rispettoso della dignità degli ospiti, attento alla tutela dei diritti e alla prevenzione di fenomeni di intolleranza, dichiarandosi disponibile sin da ora a farne parte attiva”. Ed a coordinare questo tavolo di governance, secondo quanto stabilito dalla legge (Piano Operativo Nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di Cittadini Extracomunitari), dovrebbe essere proprio il prefetto della città capoluogo della regione. Queste le istanze e le ragioni di chi ha operato e continua ad operare nel difficile settore dell’accoglienza, ora non resta che capire quale sarà la risposta delle istituzioni.