Anche per Confcommercio è tempo di bilanci sull’anno che si è appena concluso. Agli inizi del 2017 avevamo intervistato il presidente biscegliese Leo Carriera sullo stato di salute del commercio nella nostra città e sulle iniziative in cantiere. A distanza di dodici mesi è possibile tirare le somme di quanto è stato fatto e di quanto ancora bisogna lavorare per uscire da quel clima sfavorevole ai consumi che lui stesso ci aveva descritto. 

Lo scorso anno descriveva un “clima di incertezza che non lascia intravedere miglioramenti sensibili nel medio termine”. Quel clima è mutato nel corso del 2017?

Il clima di incertezza, purtroppo, non è mutato, anche perché la ripresa, che pure esiste, come ci dicono i dati ISTAT, non è percepita dalla gente e, di conseguenza, ne risentono i consumi che sono l’indice reale di una ripresa economica. Siamo ancora in una situazione di stand by e sembra manchi un imput significativo affinché la ripresa si percepisca nei fatti e non solo dalla certificazione dei dati statistici.

La spesa dei consumatori biscegliesi si è limitata anche nel 2017 allo stretto indispensabile ? E le imprese si sono dimostrate più coraggiose sul fronte degli investimenti ?
La spesa dei consumatori non ha fatto registrare incrementi sensibili, un po’ per i motivi che dicevo prima ma anche per una dato innovativo nel fare le compere: l’acquisto di beni on line, che sicuramente fa registrare un aumento della spesa ma diventa difficile da quantificare e da inserire nei dati statistici complessivi. Questa stagnazione frena anche gli investimenti da parte delle imprese e, di conseguenza, la creazione di posti di lavoro. Si investe solo se ci sono concrete agevolazioni fiscali, perché il costo del lavoro continua a costituire il freno principale per lo sviluppo economico del paese.

Nella scorsa intervista, tra i buoni propositi di Confcommercio per il 2017 menzionava la riqualificazione di altre zone della città e l’impegno per rendere efficace ed operativo il D.U.C. Si può ritenere soddisfatto di quanto fatto nel corso dell’anno su questi fronti ?
Se nel 2016 la creazione del D.U.C. era ancora una ipotesi da realizzare e da inserire in maniera organica nello sviluppo economico del territorio, il 2017 ha visto la prima concreta sperimentazione di una attività simile a quella dei Distretti Urbani del Commercio, attraverso la riqualificazione urbana di Via A. Moro e delle zone limitrofe. Il D.U.C. è un volano eccezionale per lo sviluppo del territorio e siamo impegnati ad utilizzarlo per la riqualificazione urbana di altre zone della città. Questa progettualità è possibile solo se operata in piena sintonia con l’Amministrazione Comunale, che per quel che ci riguarda è stata piena e sinergica. Il funzionamento del D.U.C. ha comportato da parte di Confcommercio anche investimenti di carattere promozionale cui hanno aderito non solo gli associati ma anche operatori del settore che hanno percepito la concretezza di progetti di sviluppo che il Distretto offre. Il D.U.C. è la chiave giusta per creare i così detti centri commerciali all’aperto che rappresentano il domani dello sviluppo commerciale della città.

Quali sono state le iniziative più importanti promosse da Confcommercio nel 2017 ? C’è stato un incremento nel numero degli iscritti ?
Le iniziative organizzate da Confcommercio sono state molteplici e di grande spessore. La Notte Bianca, i mercatini organizzati nell’intero arco dell’anno, l’organizzazione di mercati straordinari e l’animazione del periodo natalizio sono solo un esempio del rinnovato impegno di Confcommercio al servizio della categoria dei commercianti. Iniziative che sono servite ad attirare visitatori anche dalle città vicine, elemento indispensabile per la crescita economica di una città. L’impegno profuso ha incrementato notevolmente il numero degli associati e ha fatto avvicinare a Confcommercio molti operatori del settore che hanno mostrato di apprezzare questo nuovo modo di gestire il commercio.

Il trend per il commercio biscegliese è in linea con quello nazionale o si evidenziano differenze ?
Il trend del commercio locale ha seguito quello nazionale e non poteva essere diversamente perché la microeconomia di una città non è altro che un tassello per costruire la macroeconomia di un Paese. La speranza è che questi timidi segnali di ripresa si consolidino nel nuovo anno e diano iniezioni di fiducia alla gente. Perché questo accada è necessaria una stabilità politica del Paese che lo renda credibile agli investitori stranieri.

Cosa spera per il 2018?
Stabilità politica che si deve sostanziare in atti concreti e che, per quel che ci riguarda, deve favorire soprattutto un sistema fiscale più equo e lineare. L’attuazione di una riforma fiscale deve essere obiettivo prioritario del prossimo governo, insieme ad una revisione del sistema pensionistico ed una riforma seria della normativa Bolkestein. La stabilità politica è fondamentale anche per un’incombenza che, da quest’anno, attende i commercianti: la fatturazione elettronica che rappresenta un ulteriore tassello nel processo di ammodernamento del nostro Paese. La stabilità che auspichiamo deve riguardare anche l’amministrazione della nostra città che, in primavera si appresta a scegliere il nuovo Sindaco. Anche gli amministratori locali devono avere coscienza che un’economia cittadina cresce e prospera solo se c’è interazione tra tutte le forze economiche e produttive della città. Le prospettive potranno essere diverse, ma nessuno deve dimenticare che la realizzazione del bene comune resta l’obiettivo primario per far crescere la qualità della vita di una collettività.