Tutti e sei i candidati alla carica di sindaco del comune di Bisceglie hanno sottoscritto, ieri martedì 22 maggio, il documento presentato dall’Arcigay Bat “Le mine vaganti” contenente le istanze della comunità LgbtiLa firma del documento è avvenuta nel corso di un evento pubblico nel Laboratorio Urbano di Palazzo Tupputi, . La stessa iniziativa è stata proposta, ed ha ottenuto lo stesso assenso unanime dei candidati, anche nella città di Barletta.

Le istanze presentate dall’arcigay Bat ai candidati sono state le seguenti: “istituzione di un tavolo tecnico o consulta comunale contro le discriminazioni, non solo quelle inerenti orientamento sessuale ed identità di genere;  realizzazione di un assessorato opportunità alla pari; progetto educazione alle differenze con coinvolgimento delle scuole; formazione per dipendenti della pubblica amministrazione per colmare le lacune sul tema dell’identità di genere; celebrazione comunale del 17 maggio giornata internazionale contro l’omofobia; pensare a una “Casa delle associazioni” che sia realmente inclusiva; dichiarazione netta di campo sui valori dell’antifascimo, antirazzismo e contro omofobia. Manifestazioni di natura discriminatoria non potranno mai avere patrocinio comunale, sia quelle palesemente discriminatorie che quelle che si “nascondono” dietro la presenza di qualche ospite pubblico”.

A turno i candidati hanno preso la parola per un breve intervento prima della sottoscrizione del documento, ad aprire le dichiarazioni è stato Gianni Casella: “Ho avuto la fortuna di conoscere ormai 25 anni fa due persone a me carissime, con cui ho instaurato un rapporto di amicizia senza sapere della loro omosessualità. Oggi sono due professionisti affermatissimi in campo professionale, si sono sposati a Lugano e ho partecipato alla cerimonia. Quando mi dissero della loro volontà di sposarsi io mi sentii piccolo. Mi hanno dato un grande insegnamento: rispettare tutti e guardare avanti in maniera diversa. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda”. Successivamente ha preso la parola il candidato pentastellato Vincenzo Amendolagine: “Ho avuto la bontà di leggere il Simposio di Platone, un’opera che risale a migliaia di anni fa e che parla dell’amore omosessuale come forma d’amore per eccellenza. Nelle scuole manca l’educazione sessuale: i ragazzi non hanno un insegnamento in tal senso. Questo è il problema di fondo. Quando una persona non è sessualmente normale, tra mille virgolette, può essere vittima di bullismo. Non possiamo più tollerare episodi di questo genere, bisogna creare un ambiente scolastico che ne impedisca la nascita”. E’ stata poi la volta di Angelantonio Angarano: “Quando parliamo di questo tema bisogna tornare alle basi ovvero l’articolo 2 della Costituzione che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. Non ci si deve limitare ad accettare i nuovi diritti, ma la Costituzione ci chiede di agire per garantire l’inviolabilità di questi diritti e per renderli effettivi. Non è possibile che la pubblica amministrazione non parli questo nuovo linguaggio: solo in queste settimane abbiamo letto sui giornali di ragazzi allontanati da casa per il loro orientamento sessuale. Il dramma è che non esiste una rete in grado di accoglierli e prendersi cura di loro”. E’ stata poi la volta dell’attuale vicesindaco Vittorio Fata: “Ancor prima dell’educazione a scuola, sarebbe necessario un corso per noi genitori. In tutti i settori dell’educazione il problema è sempre lo stesso: che cosa si fa a casa? Se lasciamo i nostri figli davanti ad una televisione o ad un tablet vuol dire che non stiamo svolgendo in maniera adeguata il nostro compito di genitori. Non dobbiamo permettere che l’ottimo lavoro degli insegnanti si perda”. Infine è intervenuto la candidata Tonia Spina: “Nel nostro programma proponiamo una grande Casa delle Associazioni per quelle realtà che non possono pagare affitti alti ma che hanno la voglia di dare il proprio contributo allo sviluppo di questa città. Quando ci fu il decreto Cirinnà organizzai con una mia associazione un incontro proprio su questi temi. Abbiamo necessità di un vero cambiamento che deve partire proprio dalla scuola, sin da quella primaria, dove ancora si riconosce la femminuccia col colore rosa ed il maschietto con il colore blu”. Unico assente fra i sei candidati l’avvocato Franco Napoletano che ha però comunque firmato il documento contenente le istanze dell’Arcigay Bat.