Il 2020 ha segnato una cesura nella vita di ognuno di noi, ma nessuno ha vissuto in modo tanto negativo questa pandemia come quelle famiglie che, stando in situazioni precarie, sono state catapultate senza preavviso nel novero dei “nuovi poveri“. Proprio l’aggravarsi delle condizioni di disagio ha spronato ancora di più la Caritas cittadina, che da anni opera per arginare queste situazioni, a rimboccarsi le maniche e venire in aiuto a queste famiglie.

Che la pandemia abbia favorito l’entrata di molte famiglie nello stato di povertà è un dato attestato dalle statistiche: nel 2019 i “nuovi poveri” che usufruivano dei servizi della Caritas erano il 31% degli utenti totali, mentre nel 2020 sono passati al 45%. Anche i dati locali confermano il generalizzato aumento della povertà: i 1870 utenti serviti dal Banco delle Opere di Carità nel 2020, nel 2021 sono aumentati a 2328 – un aumento superiore al 25%.

Nel tracciare il bilancio dello scorso anno Sergio Ruggieri, portavoce della Caritas, sottolinea l’importante ruolo di sostegno svolto dall’associazione che rappresenta: «La Caritas cittadina ai Cappuccini e le Caritas parrocchiali sono rimaste uno dei riferimenti territoriali saldi a cui è stato possibile rivolgersi per ricevere l’aiuto di cui si aveva bisogno, per essere orientati rispetto alle risposte che il Governo, da una parte, e le amministrazioni locali, dall’altra, stavano predisponendo. “Esserci” nei giorni di lockdown è servito a contenere i timori e il senso di pericolo, ha rappresentato una fonte di rassicurazione e, in alcuni casi, di speranza».

Una vera e propria rete di sostegno, quella di Caritas, che coinvolge moltissime realtà locali – dai cittadini alle parrocchie – per assicurare la sopravvivenza dei nuclei più in difficoltà. Gli alimenti donati dai cittadini, raccolti dal Banco delle Opere di Carità, sono stati infatti distribuiti alle varie parrocchie, che si sono occupate della distribuzione alle singole famiglie – scelte in base al loro Isee. Circa 72 le tonnellate di cibi a lunga scadenza raccolte dal Banco, che li ha redistribuiti ai centri territoriali a seconda della richiesta: la sede centrale della Caritas, in via Mauro Terlizzi, ha ricevuto il maggior quantitativo di alimenti (11 tonnellate), seguite dalle parrocchie di San Pietro e San Matteo (8 tonnellate ciascuno) e da Misericordia e Sant’Agostino (6 tonnellate l’una). A queste cifre sono poi da aggiungersi il progetto RecuperiAmoci, che rifornisce giornalmente 60 famiglie grazie alla generosità degli esercenti, e le donazioni di aziende e privati, che ammontano a 35 tonnellate di alimenti.

Da ultimi – ma primi per importanza – Ruggieri ringrazia i volontari, che con grandissimo spirito di sacrificio hanno collaborato materialmente alla raccolta e redistribuzione degli alimenti. «Quando», conclude il portavoce di Caritas, «in un’ottica di sussidiarietà, la solidarietà diventa rete e condivisione, ognuno nel suo ruolo e nel suo “piccolo”, insieme, come fratelli della grande famiglia umana si possono fare grandi cose».