La campagna referendaria del 17 aprile ha optato per il non cambiamento, esprimendosi sul quesito riguardante le concessioni delle trivellazioni in mare entro le 12 miglia.

A tre giorni dal voto c’è spazio per le riflessioni della sezione Antonio Gramsci del Partito Comunista d’Italia di Bisceglie, “A livello nazionale, nonostante la disinformazione, la scarsa visibilità mediatica e il boicottaggio da parte del governo verso il referendum stesso, il 32% degli italiani ha deciso di esercitare il proprio diritto di voto, esprimendosi sul quesito referendario riguardante le concessioni delle trivellazioni in mare entro le 12 miglia. Una percentuale di popolazione non molto alta, ma che merita un sincero ringraziamento per il forte senso civico dimostrato”.

Le sezione cittadina del Partito Comunista d’Italia  si sofferma poi sui dati riguardanti la città di Bisceglie, “Benchè il dato sull’affluenza sia più positivo anche se ancora lontano dal quorum, è possibile notare come la percentuale di elettori biscegliesi recatisi alle urne sia pressocchè la stessa delle scorse elezioni regionali del 2015 (39,55 % al referendum, 39,25% regionali), confermando un andamento negativo di partecipazione al voto, a prescindere dalla tipologia di consultazione”.

“Alla luce di questi dati” – continua la nota – “Non crediamo che il numero di astenuti sia dovuto ad una scelta consapevole dell’elettorato verso la possibilità di far durare le concessioni delle trivellazioni fino ad esaurimento dei giacimenti e pertanto riteniamo quantomeno inopportuno e grave che il governo si fregi di aver vinto la battaglia referendaria, cavalcando il trend astensionistico delle ultime consultazioni. Il circa 70% di astenuti rappresenta piuttosto un evidente segnale di frattura tra i cittadini e la politica, un sintomo di malessere della democrazia che meriterebbe una riflessione più approfondita da parte di tutte le forze politiche che si riconoscono nei principi democratici e costituzionali. Dal referendum del 17 Aprile nessuno esce vincitore, a parte le lobby petrolifere; è stata una sconfitta della democrazia.

“Il PCdI continuerà la battaglia sul necessario cambiamento della politica energetica del nostro paese insieme a tutti i cittadini che ritengono sia giunto il momento di abbandonare progressivamente gli idrocarburi e investire in maniera decisa sulle energie pulite e rinnovabili”.