Se c’è una trasmissione radiofonica che più di altre (nel bene e nel male) è stata in grado di raccontare l’Italia per ciò che è, rivelando ai propri ascoltatori quei “sentimenti reali” che attraversano il Paese e che spesso non vengono colti con sufficiente tempismo dalla politica e dai grandi giornali, quella è sicuramente La Zanzara ideata da Giuseppe Cruciani. Il giornalista romano è tornato nuovamente a Bisceglie, ospite della prima serata della nona edizione di Libri nel Borgo Antico, per raccontare della sua battaglia, racchiusa nelle pagine del suo ultimo libro dal titolo “I fasciovegani: Libertà di cibo e di pensiero”, contro gli estremisti di un animalismo militante che è arrivato anche a “bussare” alle porta della sua redazione attraverso un blitz negli studi del suo programma. Cruciani quindi ha usato le sue doti da polemista per raccontare al pubblico di Piazza Castello gli incontri più stravaganti di cui è stato protagonista durante la sua indagine quasi antropologica, che lo ha portato a confrontarsi e soprattutto a litigare (perché “non esistono vegani buoni, ma al massimo vegani che si mostrano gentili perché vogliono convertirti alla loro religione”) con gli esponenti più intransigenti della categoria (tra cui anche suoi amici storici, che dopo essersi scoperti vegani ora rimandano indietro persino la ribollita se scoprono che il brodo utilizzato dal ristorante è di origine animale). Da situazionista qual è, Giuseppe Cruciani si è inimicato vegani e vegetariani a causa delle sue provocazioni nel corso degli anni: prima mangiando in diretta radiofonica uno spezzatino di nutria (e rispondendo nel frattempo alle telefonate degli ascoltatori contrariati) e poi pubblicando sul suo profilo Twitter una foto di tre agnellini morti appena ritirati dal macellaio, così da rispondere a modo suo alle ormai famose foto di Silvio Berlusconi in compagnia degli agnelli di Arcore. Ma da chi di fatto ha inventato la tecnica degli scherzi radiofonici per scovare notizie di rilevanza politica (chiamando esponenti delle istituzioni spacciandosi per loro conoscenti o colleghi di partito, per strappare loro dichiarazioni che mai avrebbero detto pubblicamente) non si poteva pretendere certamente un approccio diplomatico. 

Chissà cosa pensa del nuovo libro di Cruciani il critico d’arte (e suo personale amico) Vittorio Sgarbi, anche lui ospite della serata di ieri di Libri nel Borgo Antico, che in una trasmissione televisiva arrivò a definire la cultura del veganesimo come “un passaggio di sensibilità inevitabile”, nonché una “evoluzione naturale”, e ad accusare proprio il conduttore de La Zanzara e lo chef Vissani di essere “ormai superati perché in una piega della storia sbagliata”.