Emanuele Trevi, tra i più apprezzati scrittori e critici letterari della sua generazione, già vincitore del Premio Strega, ha aperto il ricchissimo calendario di incontri di maggio delle Vecchie Segherie Mastrototaro, presentando al pubblico biscegliese il suo ultimo libro “La casa del mago”, edito da Ponte alla Grazie. Trevi, per questa sua nuova opera, parte dalla convinzione che la consapevolezza della morte sia il centro di ogni tipo di scrittura, in particolare di quella autobiografica. E infatti il motore di questo romanzo è proprio il ricordo di una persona che non c’è più: suo padre, scomparso nel 2011, lo psicanalista Mario Trevi, uno dei primi a diffondere l’indirizzo junghiano in Italia. Una figura quasi sciamanica, risolutiva nei destini dei suoi tanti pazienti. 

Ne “La casa del mago” c’è quindi un protagonista, molto autobiografico, che va a vivere a casa di suo padre, dove persiste una traccia molto forte di questo precedente abitatore, tanto che il figlio finisce per vivere per un po’ nel mondo del suo genitore, anche se in modo frammentario e allucinatorio, come se entrasse e uscisse continuamente da un sogno. Poi, lentamente, si appropria della casa, come se imparasse a cavalcare un animale riottoso. La presenza del padre si dissolve, diventando un fatto interiore.

Trevi scrive muovendosi nel suo sempre mutevole territorio, fra autobiografia e saggistica, racconto e riflessione sul senso dei rapporti e dell’esistenza, lambendo spesso la storia culturale del Novecento. Figurano nel libro, Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli, Ernst Bernhard e, ovviamente, Carl Gustav Jung, a cui il padre ha dedicato tantissimo della sua attività professionale e, quindi, della sua vita. 

Riprese e montaggio di Angelo Ruggieri.