La sezione Pesca e Caccia del Dipartimento agricoltura, sviluppo rurale e tutela dell’ambiente della Regione Puglia ha disposto la revoca al comune di Bisceglie del finanziamento di 262mila euro ottenuto per il progetto “La pesca come modello di sviluppo”. Una parte dei soldi, 131mila euro, impiegati per la riqualificazione del molo borbonico, sono stati già erogati dalla Regione che ora però li rivuole indietro adducendo, come ragione, il ritardo nell’esecuzione e proroga dei lavori non comunicata dal Comune alla Regione, la mancata presentazione della rendicontazione e l’omessa richiesta di accertamento tecnico amministrativo finale. Dal canto suo il comune di Bisceglie sostiene di voler impugnare l’atto regionale poiché arrecherebbe un: “ingiusto danno economico” per l’ente.

Cerchiamo di ricostruire l’intricata vicenda passo dopo passo. Tutto parte nel marzo 2013 quando il comune di Bisceglie viene ammesso a finanziamento dalla Regione Puglia per il progetto “La pesca come modello di sviluppo”. A marzo 2015 il comune ha approvato i lavori al molo borbonico finanziati con fondi Fep 2007/2013 ottenuti nell’ambito del progetto “La pesca come modello di sviluppo” (leggi qui). I lavori al molo di levante sono poi partiti nella seconda metà di aprile 2015 (leggi qui) e si sono conclusi a dicembre 2015. La sezione Caccia e Pesca del Dipartimento agricoltura, sviluppo rurale e tutela dell’ambiente ha fissato il “termine ultimo per la presentazione della rendicontazione finale al 10/10/2015”.

La Regione afferma quindi di aver liquidato in favore del comune di Bisceglie e del progetto “La pesca come modello di sviluppo” la somma di 131mila euro in data 7 settembre 2015. A questo punto della vicenda iniziano ad esserci quelle che secondo l’ente regionale sarebbero state le mancanze del comune di Bisceglie, partendo dalla fine dei lavori, “conclusi in data 03/12/2015 a causa di periodi di sospensione mai comunicati a questa Amministrazione”. La Regione, inoltre, sottolinea che “Il comune di Bisceglie non ha mai chiesto né ottenuto alcuna proroga, e ha concluso i lavori con oltre due mesi di ritardo dalla data prevista”. In più, secondo la Regione, il comune non avrebbe inviato nessuna rendicontazione della spesa così come invece previsto dall’art. 10 del bando. E, infine, la terza mancanza contestata al comune di Bisceglie: “Non è stata formulata la formale richiesta di accertamento tecnico amministrativo finale (art. 16 del bando, “controlli”).

Il comune di Bisceglie spiegherà la sua posizione nelle sedi opportune, nel frattempo, nella delibera che sancisce l’impugnazione alla determinazione regionale, l’amministrazione comunale ha sostenuto che alla comunicazione di revoca del finanziamento: “non faceva seguito alcuna comunicazione da parte del servizio Caccia e Pesca circa la documentazione da integrare al fine di concludere il procedimento. Solo in data 03/06/2016 la Regione Puglia comunicava la decadenza del beneficio economico assegnato, senza che ciò fosse proceduto da un avvio del procedimento di revoca o fosse, comunque, assegnato un termine per la trasmissione dell’eventuale documentazione mancante”.

La giunta ha stabilito che ad occuparsi del contenzioso legale sarà l’avvocato Sabino Fortunato, professionista esterno all’ente e non membro dell’avvocatura comunale, il compenso stabilito per la sua prestazione professionale è di 11.235 euro.