Come prevedibile anche i Verdi pugliesi si schierano sul fronte del no alle trivellazioni nel mar Adriatico. In documento firmato dai commissari Simona Internò e dal biscegliese Maurizio Parisi, gli ecologisti ribadiscono quanto già sostenuto durante la campagna elettorale per le regionali circa la pericolosità del metodo air-gun per la ricerca di idrocarburi: “Spari fortissimi e continui di aria compressa, ogni cinque o dieci minuti, che mandano onde riflesse da cui vengono poi estrapolati i dati sulla composizione del sottosuolo. Questa tecnica può creare danni immediati per la fauna marina poiché può causare la perdita dell’udito o dell’orientamento nei cetacei. Il gas trovato nei loro vasi sanguigni si può spiegare infatti con una riemersione troppo rapida che causa un’embolia, come già avvenuto sulle coste italiane. Anche nelle tartarughe marine sono stati osservati cambiamenti comportamentali, tendenza ad allontanarsi dal sito oggetto delle indagini geosismiche e danni temporanei o permanenti all’apparato uditivo” .

Il pericolo però non risiede solo nella fase di ricerca ma anche nella successiva fase di estrazione, i Verdi infatti chiariscono che: “Una volta trovati gli idrocarburi si passa all’estrazione senza necessità di ulteriori istanze. Quindi si aggiungeranno i danni al settore turistico e balneare oltre  ai rischi prevedibili per i siti archeologici costieri e quelli sommersi, in relazione all’attività estrattiva in un’area,  oltretutto, a rischio  sismico  relativamente elevato  (INGV,  2006)”.

I Verdi puntano decisi il dito contro il governo Renzi. E’ durissimo il commento politico rivolto ai vertici nazionali del PD: “La concausa di questo disastro annunciato è nel decreto Sblocca Italia del governo Renzi, votato da PD e centro destra, il quale oltre a limitare l’autonomia dei territori mettendo mano all’art. 118 della costituzione, prevede che per “valorizzare i non trascurabili giacimenti di idrocarburi presenti sul territorio nazionale” vengano sbloccati investimenti, ipotizzabili in 15 miliardi di euro, e vengono semplificate le procedure di rilascio dei titoli minerari, in linea con la “Strategia energetica nazionale”, a dispetto delle rinnovabili”.

L’appello degli ecologisti è tutto rivolto alla Regione Puglia ed al neo governatore Emiliano a cui si chiede una posizione ferma e coraggiosa anche a discapito delle linee di partito: “Preferiremmo posizioni più coraggiose dal nuovo Governatore, poiché il danno che ci sarà a carico dell’ecosistema, dei siti archeologici costieri pugliesi, dell’economia legata all’accoglienza turistica, non avverrà con garbo e i cittadini, così come i cetacei che popolano le nostre acque, se ne infischiano della lealtà istituzionale con la quale può dirsi all’occorrenza libero dal PD senza mai liberarsi davvero”