Come ogni anno, in conclusione di anno solare, la Fondazione Agnelli ha redatto la classifica degli istituti migliori del Belpaese, uno strumento pensato per aiutare i genitori a trovare la scuola giusta per i propri figli.

Il nome del progetto è “Eduscopio” e da anni rappresenta l’atlante dei migliori licei, istituti tecnici e professionali italiani. Basandosi sui risultati ottenuti degli alunni dopo il diploma, misurando dunque la performance dei ragazzi al primo anno di università (numero di esami sostenuti e media dei voti), la Fondazione ideatrice stila una classifica. Discorso differente per gli istituti tecnici e per i professionali: per questi esiste anche una seconda classifica che verte sugli sbocchi lavorativi, sul tasso di occupazione e sulla coerenza fra studi fatti e lavoro trovato.

Questa la fotografia degli istituti biscegliesi emersa in seguito allo svolgimento del progetto.

Dalla ricerca riportata su eduscopio.it il Liceo “da Vinci”, indirizzo scientifico, ottiene un indice FGA (media dei voti conseguiti agli esami universitari, ponderata per i crediti formativi di ciascun esame per tenere conto dei diversi carichi di lavoro ad essi associati e crediti formativi universitari ottenuti, in percentuale sul totale previsto – i due indicatori sono in grado di dirci quanti esami hanno superato gli studenti di una scuola [velocità negli studi] e come li hanno superati [profitto degli studi]) di 79.33/100 (75.96/100 nel 2020). Il voto della maturità degli immatricolati, in media, è stato di 83.7 (82.3 nel 2020), quello dei non immatricolati di 77.8 (75.6 nel 2020), mentre il numero medio dei diplomati per anno è di 103 (107 nel 2020). L’87% degli studenti dello Scientifico si immatricola e supera il primo anno accademico, il 5% non riesce a superarlo, il 7% non si immatricola affatto. La scelta dei diplomati, per ciò che concerne il percorso universitario, vira soprattutto verso l’area tecnica (30.1%), scientifica (22.1%), economico-statistica (13.1%), giuridico-politica (8.3%), umanistica e sanitaria (8%), il 4.5% sociale. Il 46.7 % (54.2% nel 2020) ha scelto l’Università di Bari, il 24.9% (21% nel 2020) il Politecnico di Bari, il 10.% (9.5% nel 2020) l’Università di Foggia, il 18.4% altre università.

Passiamo al Linguistico “da Vinci”: l’indice FGA è pari a 66.33/100 (67.65/10 nel 2020). Il voto della maturità degli immatricolati, in media, è stato di 85.6 (85 nel 2020), il voto dei non immatricolati di 81.4 (80.8 nel 2020), mentre il numero medio dei diplomati per anno è di 38 (37 nel 2020). Il 68% (62% nel 2020) degli studenti del Linguistico si immatricola e supera il primo anno accademico, solo il 7% (6% nel 2020) non riesce a superarlo e il 25% (32% nel 2020) degli studenti non si immatricola. Sulla scelta dei diplomati spazio all’area umanistica 46.5% (50% nel 2020), giuridico-politica 15.1% (13.2% nel 2020), economico-statistica e sociale 11.6 (9.2% nel 2020), scientifica 8.1% (7.9% nel 2020), tecnica 4.7% (5.3% nel 2020). Il 73.3% (68.4% nel 2020) sceglie l’Uniba, il 4.7% (5.3% nel 2020) il Poliba, il 7% (5.3% nel 2020) l’Università di Foggia, il 4.7% (5.3% nel 2020) l’Università di Bologna e il 10.3% altri atenei.

Esaminiamo ora l’Istituto Tecnico-Economico “Giacinto Dell’Olio”: qui l’indice FGA è di 53.69/100 (50.71/100 nel 2020). Il voto, in media, della maturità degli immatricolati è di 82 (82.4 nel 2020), il voto dei non immatricolati di 72.2 (72.4 nel 2020), mentre il numero medio dei diplomati per anno è di 104 (122 nel 2020). Il 34% (31% nel 2020) degli studenti a indirizzo tecnico-economico del “Dell’Olio” si immatricola e supera il primo anno accademico, il 10% (=) non riesce a superarlo e il 56% (60% nel 2020) preferisce non immatricolarsi. I diplomati, per i loro studi universitari, optano per l’area economico-statistica 33.8 (31.1% nel 2020), umanistica 22.8% (25% nel 2020), giuridico-politica 14.7% (17.6% nel 2020), scientifica 14% (10.8% nel 2020), tecnica 8.1% (5.4% nel 2020), sociale 2.2% (4.1% nel 2020). Il 58.8% (67.6% nel 2020) predilige l’Uniba, il 7.4% (4.7% nel 2020) il Poliba, il 23.5% (19.6% nel 2020) l’Università di Foggia, il 5.1% la Lum e il 5.2% altre università.

Restando all’Istituto “Giacinto Dell’Olio” concentriamoci ora sull’indirizzo Scienze Umane-Economico Sociale. L’indice FGA è di 68/100. Il voto, in media, della maturità degli immatricolati è di 83.2, il voto dei non immatricolati di 73.6, mentre il numero medio dei diplomati per anno è di 30. Il 63% degli studenti a indirizzo tecnico-economico del “Dell’Olio” si immatricola e supera il primo anno accademico, lo 0% non riesce a superarlo e il 37% preferisce non immatricolarsi. I diplomati, per i loro studi universitari, optano per l’area umanistica (47.4%), giuridico-politica o sociale (21.1%), sanitaria (5.3%) e scientifica (5.1%). Il 63.2% degli studenti sceglie l’Uniba e il 38.6% l’UniFg.

Ecco invece i dati per l’Istituto “Sergio Cosmai” – indirizzo professionale – Servizi: qui l’indice di occupazione dei diplomati scende al 33% e i giorni di attesa per il primo contratto significativo sono 249. Il numero medio di diplomati per anno è di 41. In questo caso il 30% dei diplomati ha lavorato più di sei mesi in due anni, il 34% meno di sei mesi in due anni, il 3% lavora e studia all’università e il 7% studia all’università, mentre il 26% risulta disoccupato. Contratti: il 58.6% è temporaneo, il 24.1% è apprendistato, il 17.2% è indeterminato. Quanto alla coerenza tra titolo di studio e lavoro svolto: per il 63.9% nessuna coerenza, per il 30.6% è coerente, il 5.6% professioni trasversali.

Per l’Istituto “Sergio Cosmai” – indirizzo professionale – Industria e Artigianato: indice di occupazione dei diplomati 33% e i giorni di attesa per il primo contratto significativo sono 225. Il numero medio di diplomati per anno è di 51. In questo caso il 36% dei diplomati ha lavorato più di sei mesi in due anni, il 24% meno di sei mesi in due anni, l’1% lavora e studia all’università e sempre l’1% studia all’università, mentre il 38% risulta disoccupato. Contratti: il 57.8% è temporaneo, il 24.4% è apprendistato, il 17.8% è indeterminato. Quanto alla coerenza tra titolo di studio e lavoro svolto: per il 45.8% nessuna coerenza, per il 37.5% è coerente, il 16.7% professioni trasversali.