Comportamenti catastrofici delle direzioni e senza alcun rispetto della dignità dei lavoratori”. È quanto denunciano, all’interno della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, i segretari della Uil Fpl, Onofrio Ambrosino e Rossano Sasso, che si dicono “esasperati e sconcertati” per la situazione e hanno indetto, a partire da oggi, giovedì 18 maggio, per sette giorni, lo stato di agitazione di tutti i lavoratori rimarcando che “le infinite richieste di incontro urgente con il commissario straordinario, allo scopo di porre fine a tali angherie, sono state totalmente ignorate da colui che si ritiene membro dello Stato”.

I segretari della Uil Fpl sottolineano “la più totale incapacità di saper gestire situazioni critiche all’interno dell’ente, ulteriormente aggravati dall’assoluta violazione di regole che seppur vigenti vengono del tutto ignorate”. Onofrio Ambrosino e Rossano Sasso ritengono necessario ed assoluto “porre l’attenzione sulle condizioni di sudditanza dei dipendenti costretti a sottostare agli ordini di veri e propri ‘despoti’, ruolo del quale si rivestono certi coordinatori infermieristici e primari nelle diverse unità operative”. “La Uil Fpl”, si legge infatti nella nota del sindacato, “è costantemente (un giorno sì e l’altro pure) chiamata in causa dai lavoratori che continuamente subiscono ingiustizie e vessazioni da parte di chi dovrebbe garantire il buon funzionamento dell’unità operativa, dando importanza soprattutto alla salvaguardia della salute dei pazienti. Ma ancor oggi si assiste solo a comportamenti sconcertanti delle figure succitate che usano solo un criterio due pesi e due misure, mirato soprattutto a colpire le figure più vulnerabili mediante accordi sottobanco”.

“Un esempio di tutto ciò”, sostengono  Onofrio Ambrosino e Rossano Sasso, “è l’ultimo gesto disperato di una lavoratrice (Anna Livrieri, ndr. Leggi qui e qui) che ha tentato di attirare l’attenzione sull’argomento mediante lo sciopero della fame”. “Dovremmo, forse, pensare che si tratti di collateralismo? Infatti tutto acquisisce un’accezione ancor più grave se si sottolinea che certe ingiustizie accadono grazie all’avvallo delle direzioni competenti”, rimarcano i segretari della La Uil Fpl. “Inoltre si attua il tutto senza la minima considerazione della maggior parte delle organizzazioni sindacali, costume di un rapporto democratico da sempre esistito nell’ente, ma del quale oggi non c’è più traccia”.

“Un altro argomento, sul quale vige il caos primordiale ed il silenzio assoluto, ma a nostro dire fondamentale per l’ente e per i suoi dipendenti, è la cessione dei complessi aziendali, pretesto per dar vita al proselitismo da parte di diverse organizzazioni sindacali (avvalorando sempre più la tesi su esposta), che han pensato bene di difendere i loro interessi piuttosto che quelli dei lavoratori”, continuano Onofrio Ambrosino e Rossano Sasso. “Chiediamo a queste ed al commissario cosa ne sarà dei circa 60 lavoratori precari che hanno quasi raggiunto i 36 mesi lavorativi all’interno dell’ente? Come mai ad un tratto quelle procedure che sembravano essere quasi ultimate hanno subito dei rallentamenti? Sono intoppi che potrebbero causare uno slittamento o ancor peggio un annullamento della trattativa?”

“Possiamo, quindi, immaginare la situazione di angoscia con cui tutti i lavoratori si recano al lavoro ogni giorno, sapendo che sulla loro testa penzola ancora una volta la ghigliottina molto pesante del licenziamento, che sembrava essere stata smantellata dall’accordo siglato con il mise ma che questi intoppi hanno ridestato”, aggiungono i segretari della Uil Fpl, sottolineando che la segreteria regionale della Uil Fpl, facente capo a Giuseppe Vatinno, in una nota ha richiesto un incontro urgente al commissario straordinario Bartolomeo Cozzoli. “Resterà inevasa anche questa richiesta? Per tutti i succitati motivi, ci rivolgiamo al suddetto amministratore affinché non dia una risposta a noi in quanto organizzazioni sindacali, ma la dia a tutti i lavoratori in attesa di verdetto così che possano serenamente proseguire nella loro attività”, concludono Onofrio Ambrosino e Rossano Sasso.