Per un pomeriggio l’Istituto “Giacinto Dell’Olio” diventa palestra di convivialità e genitori e docenti assistono a una vera e propria lezione di diversità.

Agedo Bat, Arcigay Bat “Le mine vaganti”, Laboratorio Sinergie, Centro Antiviolenza Riscoprirsi di Andria hanno organizzato l’incontro “Differenti senza differenze” patrocinato dalla Regione Puglia -Assessorato al Lavoro e Formazione, Politiche per il lavoro, Diritti allo studio, Scuola, Università, Formazione Professionale.

I primi a prendere la parola sono stati Luciano Lopopolo, componente segreteria nazionale e vice presidente Arcigay Bat, e Valentina Vigliarolo, Arcigay Bari. A dare il benvenuto ai presenti il dirigente scolastico prof. Francesco Sciacqua sempre ben disposto a operare lungo il percorso dell’organizzazione di attività formative e pedagogiche extra scolastiche.

«Fa strano che ancora oggi si parli di differenze come un limite, un ostacolo – ha affermato l’assessore regionale Mimmo Santorsola. Sento parlare spesso di diritti e di doveri, ma si tralascia ciò che è più importante: i sentimenti».

Ha portato i saluti dell’amministrazione comunale il primo cittadino Francesco Spina: «Un rappresentante delle Istituzioni non può, ragionando di diritti, agire per ideologie. La battaglia per i diritti dev’essere comune a tutti i cittadini, non è una questione di parte. La mia Bibbia resta la Costituzione e in essa vi sono due principi inalienabili: libertà e solidarietà».

Presenti in sala anche la consigliera comunale Giorgia Preziosa e la presidente dell’associazione Laboratorio Sinergie Vittoria Sasso.

A moderare la serata la docente del “Dell’Olio” Susanna Gadaleta: «Vogliono far diventare la scuola un’azienda. Noi non siamo un’azienda. Dalla riforma si preme perché la scuola ‘crei prodotti spendibili sul mercato del lavoro’. Gli alunni non sono prodotti, ma persone. La scuola – ha tenuto a sottolineare la professoressa Gadaleta – è il luogo in cui si costruiscono dialogo e confronto e ha il compito di formare persone che sappiano dire la loro con la loro testa».

Intervenuta in seguito la psicologa e psicoterapeuta Riccarda Sinisi la quale ha messo in evidenza la rilevanza del valore pedagogico delle diversità e il limite che crea, nelle menti e nei cuori, la paura dell’altro solo perché, molto spesso, non lo conosciamo.

«Il cambiamento culturale deve avvenire non tanto per massimi sistemi – ha precisato il prof. Alessandro Taurino, docente presso la facoltà di Scienze della Formazione, dell’ Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Psicologia – quanto per piccoli passi nel nostro quotidiano. Occorre capire bene, inoltre, che identità di genere e orientamento sessuale non sono la medesima cosa». E sulla famiglia di cui tanto si parla in questi giorni: «Solo l’amore fa di una famiglia una buona famiglia. Concedere un diritto non significa toglierlo a qualcun altro».

A chiudere i lavori la presidente del Centro antiviolenza RiscoprirSi di Andria ponendo particolare attenzione alle diverse e tutte atroci forme di violenza di genere e al fatto che la stragrande maggioranza di episodi di tale becera fattura avvengono tra coniugi, conviventi e partner.

Richiedono una seria e analitica riflessione i dati emersi dal questionario somministrato ai partecipanti (alunni e docenti dell’Istituto ospitante): alla domanda “Pensi che un/una ragazzo/a che è o ti sembra omosessuale o transessuale si senta sicuro nella tua scuola? i presenti hanno risposto all’80% di “no”.

Il 65% dei presenti ha “spesso” ascoltato parole offensive all’indirizzo di studenti/studentesse, il 13% crede che parlare di omosessualità in età adolescenziale potrebbe creare confusione in un/una ragazzo/a che, dunque, a loro avviso, potrebbe anche prendere delle ‘decisioni sbagliate’.

Il dato più allarmante, contenuto ma allarmante, è quello riguardante il 10% dei partecipanti che ha risposto “Una malattia” alla domanda “Per te l’omosessualità è…”.