Il salario contrattuale sarà applicato anche per i lavoratori delle aziende agricole biscegliesi, questo è l’esito dell’incontro tra Cgil e imprenditori ortofrutticoli biscegliesi svoltosi lo scorso 16 settembre a palazzo San Domenico. L’accordo tra sindacato e imprenditori prevede un salario giornaliero medio di 55 euro al netto delle ritenute previdenziali e fiscali di legge per  6 ore e mezzo di lavoro  giornaliere, fatti salvi usi e consuetudini locali. A fare da mediatore tra le due parti il primo cittadino biscegliese Francesco Spina: “Le parti hanno dimostrato grande senso di responsabilità articolando un percorso di dialogo istituzionale, rinunciando a posizioni rigide di chiusura e giungendo a ratificare un accordo sull’applicazione del salario contrattuale per i lavoratori del comparto agricolo dopo un’attesa di sedici anni”. Spina ha poi ringraziato tutti i partecipanti all’accordo, tra cui i responsabili delle aziende, il segretario generale Cgil-Flai Felice Pelagio e il segretario generale Puglia Giuseppe Deleonardis: “Ringrazio i rappresentanti della Cgil-Flai Bat e gli imprenditori ortofrutticoli biscegliesi per aver condiviso la volontà di valorizzare la professionalità degli operai agricoli e ortofrutticoli e di perseguire un percorso di cultura della legalità a partire dai salari e dall’orario di lavoro”. Il Sindaco ha lodato particolarmente il senso di responsabilità dimostrato dagli imprenditori ortofrutticoli biscegliesi: “Pur in difficoltà per la particolare congiuntura economica, gli imprenditori del comparto ortofrutta di Bisceglie hanno dato un segnale di disponibilità, chiudendo una trattativa  scongiurando così  scioperi ed altre azioni estreme che avrebbero determinato tensioni sociali nella città con risvolti negativi sulle attività produttive del settore”. Per a Flai-Cgil è intervenuto a margine dell’incontro di concertazione il segretario generale Felice Pelagio: “Dalle aziende ortofrutticole di Bisceglie è arrivata un’ apertura significativa sul rispetto dei  salari contrattuali ed in particolar modo per i lavoratori che svolgono diverse mansioni e per più fasi lavorative. Le parti entro sei mesi si incontreranno  nuovamente per una verifica sulle mansioni, sui profili professionali, e relativi  inquadramenti”. Per Pelagio questo accordo rappresenta un vero e proprio argine al lavoro illegale: “Abbiamo con quest’ ipotesi di accordo ridotto le tante retribuzioni illegali che diventavano sempre più inadeguate e mortificanti rispetto all’importanza delle qualifiche e dell’inquadramento”.