Se non si è convinti del proprio valore, non ci si farà mai rispettare: senza autostima non si va lontani. Dignità e autostima vanno di pari passo. (Paolo Crepet)

Molti di noi ancora non hanno trovato quel potere che stanno cercando. Vivendo scollegati dal nostro cuore, intuiamo che ci manca qualcosa di essenziale per essere felici. Da questo deriva la presenza di persone che non sopportano stare con se stesse, senza fare nulla, sole con il loro vuoto interiore. E dato che la società ci condiziona così da credere che l’amore verso noi stessi è un atto di egoismo, vanità e narcisismo, siamo soliti aspettare che gli altri ci amino per smettere di sentirci incompleti e insoddisfatti. Questa ricerca però è condannata al fallimento, poiché è invece la nostra connessione interna ciò che manca nella nostra vita. Al di là del piacere e della soddisfazione temporanea che ci garantiscono la riuscita e la rispettabilità, così come il consumo e la formazione, ciò che in realtà è necessario alla nostra felicità si trova già nel nostro cuore. Siamo onesti: quanto tempo, denaro e energia dedichiamo a conoscerci, curarci e coccolarci? Quando è stata l’ultima volta che abbiamo provato pace? Cosa abbiamo fatto di recente per amarci?

Come in qualsiasi altro ambito della vita, godere di un salutare benessere emozionale è una questione di comprensione, impegno o allenamento.

Louise L. Hay asseriva che : ”la vita ti tratta come tu tratti te stesso.“

Amare se stessi non ha niente a che vedere con i sentimentalismi o pacchianerie. Si tratta di un tema decisamente più serio. Nel parlare di amore, ci riferiamo a pensieri, parole, attitudini e comportamenti che rivolgiamo a noi stessi. Così, amarci è sinonimo di ascoltarci, accudirci, accettarci, rispettarci, valorizzarci e, in definitiva, essere amabili con noi in ogni momento e di fronte a qualsiasi situazione.

Il primo passo per amarci consiste nel conoscerci, comprendendo come funzioniamo per discernere tra ciò che desideriamo e ciò di cui abbiamo bisogno per essere felici. Nonostante in un primo momento appaia tale, questo processo di auto-conoscenza non è fine a se stesso. È il mezzo che ci permette di impadronirci della nostra mente, superando attraverso l’accettazione e l’amore, le nostre paure, i complessi e le frustrazioni.

Parlando in termini di emozioni, possiamo condividere con gli altri quello che prima abbiamo coltivato nel nostro cuore. Se non impariamo ad essere felici in maniera autonoma e indipendente, è impossibile che possiamo essere partecipi della felicità delle persone che ci stanno attorno. Non a caso, vivendo schiavi delle nostre mancanze, ci relazioniamo a partire dalla carenza sospesi nell’aspettativa che gli altri ci diano ciò che non abbiamo saputo darci. Al contrario, se attingiamo alla nostra fonte interna di benessere, entriamo nella vita degli altri a partire dall’abbondanza, offrendo loro il meglio di noi senza aver bisogno né attendere nulla in cambio.

Per tanto buoni che crediamo di essere, tutti funzioniamo mediante credenze, motivazioni, aspirazioni, desideri, attitudini e condotte egocentriche, molte delle quali non vogliamo vedere né riconoscere. Per questo, quando qualcuno ci segnala i nostri difetti o incapacità, siamo soliti metterci sulla difensiva. Spingendoci oltre questa reazione infantile, la maturità emotiva, passa per la comprensione e l’accettazione del nostro lato oscuro, che gli psicologi chiamano “ombra”. Paradossalmente, questo è il modo in cui possiamo trascenderlo, smettendo di proiettare i nostri conflitti interiori sugli altri e sul mondo che ci circonda.

Amare se stessi consiste anche nel sanare le ferite emotive derivate dai nostri conflitti interiori. Dato che siamo specialisti nel fuggire il dolore, quando arriviamo all’età adulta tendiamo a coprirci e a proteggerci da tali ferite attraverso una maschera gradevole agli altri. Dal tanto indossarla, corriamo il rischio di dimenticarci chi eravamo prima di metterla. Così, per poter levare gli strati della cipolla che ci separano dal cuore della nostra autentica essenza, è particolarmente raccomandabile addentrarci nella meditazione.

Non invano, il silenzio e la solitudine permettono che affiori la nostra verità. È sufficiente che di tanto in tanto ci dedichiamo a stare da soli, senza rumori né distrazioni, osservando tutte quelle sensazioni che vanno germogliando dentro di noi per quanto fastidiose e sgradevoli possano essere. Questa scomodità – che siamo soliti etichettare come “noia”- rende manifesto che non siamo connessi con il nostro cuore. Invece di evitare a tutti i costi di entrare in contatto con il nostro malessere, l’apprendimento consiste nell’amarci coraggiosamente per trapassare questa cortina di dolore attraverso l’accettazione. Di fatto, solo quando canalizziamo la sofferenza in maniera cosciente e costruttiva possiamo liberarci della sua presenza.

Scopriamo perchè amare se stessi rappresenta il primo imprescindibile passo per imparare ad amare gli altri, e permettere loro di amarci. Certo è che l’amore è un concetto difficile da definire e racchiude mille sfaccettature, ma spiegheremo perchè è un errore credere che chi ama se stesso sia un egoista che non riesce ad amare l’altro, e come invece amarsi sia l’unico modo per fortificare l’amore per gli altri. Come si potrebbe amare, a propria volta, senza entrare in un rapporto di sottomissione o dipendenza? Chi non rispetta se stesso apre la porta alla manipolazione degli altri, si lascia condurre e finirà per sentirsi personaggio secondario della propria storia. Quando siamo consapevoli di meritare più del rispetto altrui, sentiamo l’importanza di “pretendere” il rispetto e l’amore che meritiamo. Un aspetto comune dell’infanzia e dell’adolescenza è la ricerca di approvazione, di sicurezza: abbiamo la necessità estrema di sentire l’amore dei nostri genitori, l’apprezzamento dei compagni di classe e così via. Questa risposta degli altri ci fa sentire importanti. Con il passare degli anni, capiamo che le persone a volte sbagliano. I nostri familiari possono commettere errori, gli amici talvolta ci deludono e non sempre la coppia offre ciò di cui abbiamo bisogno. È in queste occasioni che si scopre l’importanza di “amare noi stessi”, di tirare fuori quella forza interiore fatta di amor proprio che ci rende meno vulnerabili ai colpi bassi della vita. Le persone che non si apprezzano aspettano che lo facciano gli altri, creando situazioni di carenza affettiva ed emotiva da cui possono derivare forti crisi esistenziali. La vita vera inizia nel momento in cui si diventa pilastri di noi stessi. La mancanza di amore per se stessi cambia di molto la qualità dei rapporti con le altre persone. Quando ci accorgiamo che le relazioni con gli altri non girano, soprattutto le relazioni amorose, quando non ci sentiamo apprezzati o capiti, quando sentiamo di essere frenati da qualcosa, isolati o abbiamo paura di mostrare la nostra parte più autentica è perché non sappiamo cosa vuol dire avere amore per se stessi. Cosa vuol dire amore per se stessi? E’ un sentimento fatto di benevolenza, rispetto e riconoscimento. Significa accettarsi e stimarsi per ciò che si è, in poche parole: volersi bene, volere bene a se stessi. Il riconoscere e rispettare i propri bisogni autentici ha conseguenze profonde nel rapporti con gli altri, così come nel rapporto di coppia. La mancanza di amore per se stessi è un veleno vero e proprio per un rapporto d’amore che può dare origine a relazioni che, influenzate dalla mancanza di fiducia, dal dubbio, dalla diffidenza, si basano sul possesso dell’altro, oppure su una dinamica di persecuzione. Se non mi amo, infatti, non potrò mai amare liberamente, perché sarò condizionato dal bisogno ossessivo di essere amato e, contemporaneamente, dalla tendenza a rifiutare l’amore, ritenendolo sempre insufficiente. Spesso, il destino delle coppie in cui uno dei due non si ama non è tutto rosa e fiori, anzi nella maggior parte dei casi sarà destinato all’insuccesso. È una cosa abbastanza frequente. Si tratta di coppie sbilanciate. Colui che non si ama arriva a mettere in discussione l’amore che l’altro prova per lui, non si capacita di come possa amarlo: “come è possibile che lui ami una nullità come me? Anche lui allora vale meno di quanto avevo immaginato?”. Alla fine si finisce per distruggere la fiducia e la pazienza dell’altro, fino ad arrivare a smettere di dimostrare l’amore che si prova, certi che questo non cambierà le cose. È un circolo vizioso che porta alla morte della coppia.Non si va alla ricerca della felicità, si trova ogni giorno dentro di noi. Per questo motivo, smettete di cercarla nelle altre persone e cominciate a coltivarla dentro il vostro cuore. Qualunque cosa decidiate di fare, assicuratevi che vi renda felici. “Come si fa?”, vi chiederete. Come posso sapere se ogni decisione presa mi porterà alla felicità? Non sempre è possibile saperlo a priori, perché la vita è fatta anche di rischio, di strade che si incrociano; spesso ci si imbarca in più di un’avventura. A qualsiasi cosa diate inizio, però, non dimenticate questo principio: “merito di essere felice, merito di essere rispettato”. Se una di queste condizioni non viene soddisfatta, siate decisi: allontanatevi dalle situazioni che turbano o minano il vostro amor proprio. L’amore per se stessi comincia dalla mente! Ascoltatiamoci quando diciamo a noi stessi frasi giudicanti. Se facendo un errore ci diciamo “che cretino/a che sono” fermiamo questo dialogo interiore pericoloso. Quando avremo raggiunto la consapevolezza dei nostri giudizi critici, sarà più semplice capire di essere un essere umano: unico, speciale e imperfetto. Accettiamo la nostra imperfezione e correggiamo ad alta voce il nostro dialogo con una frase amorevole:“ho sbagliato, sono una persona imperfetta che cerca di migliorare! Mi accetto così come sono”. Amarsi, accettarsi non sempre è semplice, occorre far sentire la nostra voce, la nostra forza e l’amor proprio che ci incoraggia, ogni giorno della nostra vita. La vita vera inizia nel momento in cui si diventa pilastri di noi stessi. Nel momento in cui ci convinciamo di meritare il meglio, saremo capaci di andare avanti con più sicurezza e, ancora di più, di dare amore. Quando prendiamo l’impegno di amarci, ciò che in realtà ci stiamo assumendo è la responsabilità di creare dentro di noi i livelli di benessere che prima tendevamo a delegare a fattori esterni. Ciò prevede anche la cura del nostro corpo e dell’alimentazione; comporta trovare un sano equilibrio tra attività, riposo e rilassamento oltre che scegliere con chi rapportarci e a che professione dedicarci. Il sintomo più evidente che stiamo coltivando l’amore verso noi stessi è un aumento notevole della nostra energia vitale, che migliora la nostra salute fisica ed emozionale. Inoltre, portando avanti uno stile di vita coerente e equilibrato possiamo affrontare la più grande sfida di tutte: recuperare il controllo della nostra mente. Solo così possiamo nutrire e rinforzare la nostra autostima. E questo implica smettere di perturbarci per non riuscire a raggiungere questo ideale di persona che dovremmo essere, e nello stesso tempo iniziare a accettarci e amarci per la persona che siamo. Impadronendoci dei nostri pensieri ci convertiamo nei creatori della nostra esperienza interiore, cioè delle nostre emozioni, sentimenti e stati d’animo. Impadronendoci della nostra esperienza interiore ci convertiamo nei maestri del nostro destino. Si capisce che ci amiamo quando nessun commento, fatto o situazione comporta che reagiamo in maniera meccanica e istintiva. Metaforicamente, questa “libertà psicologica” può essere detta “il potere della divinità”.

Foto copertina: www.botcommunications.com