Se ne parlava nei mesi in cui l’attuale senatore Francesco Amoruso ricopriva il ruolo di vice sindaco con delega alle politiche turistiche, già se ne parlava.

L’imperfetto è il tempo appropriato.

Oggi è un amarcord, una vaga rimembranza che mai, c’è da starne pressoché certi, mai troverà attuazione pratica.

In soldoni l’allora vice sindaco propose la creazione di una costante, proficua, innovativa cooperazione tra i quattro musei della città: l’etnografico, l’archeologico, il diocesano e quello del mare.
Una rete sinergica in quotidiano dialogo, un network telematico e pratico per garantire informazioni, eventuali costi, visite guidate, percorsi culturali, accessibilità.

Di tutto questo “Sistema Museale”, strumento che in molte città italiane è da anni in vigore, oggi resta solo il toponimo.

Non si riesce in questa città (o si riesce con ritardo e a fatica) a collaborare, a fare in modo di non procedere sparigliati, a non curarsi soltanto di ciò che è più immediatamente sotto il proprio naso ma a considerare di dar vita a un sistema più ampio di cooperazione in campo turistico-culturale.

Esaminiamo caso per caso:

  • Museo Diocesano: attualmente chiuso (ancora per poco tempo ci assicurano dalla direzione) per lavori strutturali in seguito a dei finanziamenti ottenuti per impianti, installazioni e norme di sicurezza. E’ stato riaperto in occasione dell’iniziativa “Libri nel Borgo Antico” per fare in modo che il critico d’arte Vittorio Sgarbi ne apprezzasse il patrimonio ivi custodito. All’avanguardia il Museo è il primo in Italia a dotarsi della tecnologia “NextToMe” (ottenimento informazioni relativamente alla posizione e a ciò che vi è conservato). Previsto un ticket d’ingresso che varia a seconda della tipologia di visitatori. Non sono previsti orari fissi di apertura, occorre necessariamente prenotare al numero 360984485. Un Museo per il quale il direttore, avv. La Notte, tanto si è speso in termini di promozione, valorizzazione, tutela e di disponibilità ad accogliere studenti, visitatori ma anche associazioni che, proprio presso la sala “Prof. Mario Cosmai” del Museo, hanno organizzato meeting, premiazioni e conferenze;
  • Museo del Mare: da qualche mese insignito della denominazione di Museo nazionale, il Museo del Mare conserva ricchezze inestimabili sia dal punto di vista di rilevanza storica sia da quello di rilevanza umana e affettiva. L’impegno del responsabile, sig. Tarantini, è grande ma non può che attenersi al tempo libero essendo impegnato costantemente nella Società di Salvamento. Nemmeno qui ci sono, pertanto, orari di apertura, occorre contattare il direttore al numero 3358153300 e prenotare una visita. Nessun ticket d’ingresso. Nessun contributo dall’Amministrazione nonostante la larga disponibilità del direttore a organizzare, di comune accordo con realtà associative cittadine, notti bianche e aperture straordinarie nei fine settimana;
  • Museo Archeologico: in questo caso rasentiamo il risibile. Il Museo “Majellaro” può essere visitato negli stessi orari di apertura della Biblioteca Comunale diretta competente della struttura (lun-ven dalle 08:45 alle 12:30 e dalle 15:45 alle 19). Niente apertura nel week end. Nessun ticket d’ingresso, nessuna guida specializzata all’interno, guide iscritte all’albo, responsabili Scout o insegnanti (spesso allo sbaraglio) provvedono in autonomia. Fino a qualche mese la dott.ssa Renata Caligiuri, ex direttrice della Biblioteca, forniva in prima persona il servizio di guida con grande disponibilità. Oggi il Museo è un luogo chiuso a chiave che s’apre all’occorrenza senza programmazione, senza prospettive. Reperti di grande valore storico, culturale e artistico sommersi da polvere e oblio. Quasi dimenticavo: chiusura per quasi tutto il mese di agosto. Uffici comunali chiusi, Museo chiuso;
  • Altra situazione che fa riflettere è quella relativa al Museo Etnografico e della Civiltà Contadina “Prelorenzo” ubicato all’interno della “Torre Maestra”. Negli anni ’90 l’allora sindaco Franco Napoletano concesse la gestione di Torre e Museo all’Archeoclub biscegliese che ne avrebbe dovuto garantire manutenzione e fruibilità. A parte la puntualità della sirena delle otto e di mezzogiorno posta in cima alla torre, di solerzia nell’accoglienza, nella fruibilità, nella ottimale presentazione estetica del sito non v’è grande traccia. Niente orari di apertura fissi, non vi può accedere una guida-altra rispetto a quella ‘di stretta fiducia’ dei responsabili, vi è però, da qualche mese, un ticket d’ingresso (pare due euro). Resta da stabilire se il Comune, Ente assegnatario a titolo gratuito del monumento, sia a conoscenza dell’obolo. Un obolo che dovrebbe servire alle spese di gestione del Museo, da anni però, in un opinabile stato.

Guide spaesate, visitatori e turisti che desistono, scolaresche che rinunciano e preferiscono musei di città viciniori: tutto questo si sarebbe potuto evitare con il “Sistema Museale” ideato e portato avanti, però, da competenti in beni culturali, comunicazione, politiche turistiche. Non ci è granché dato sapere se le Amministrazioni siano al corrente di questo spaventoso buio che abbraccia i luoghi della storia, della memoria, della cultura della nostra città.

L’auspicio è intanto che qualcuno prenda coscienza di questa, anzi, di queste situazioni e, in secondo luogo ma non meno importante, che ci si rimbocchi le maniche per dare veridicità a quella vocazione turistica e culturale di cui tanto i politici o gli aspiranti tali spesso in campagna elettorale fanno sfoggio. Sfoggio unicamente, esclusivamente verbale.

Grande è, lo ribadiamo, il patrimonio custodito in questi quattro preziosi scrigni che meriterebbero ascolto, protezione, attenzione. Per avere un’idea di quanto inestimabile sia il valore artistico, storico e culturale dei quattro musei cittadini, vi rimandiamo alla terza puntata della rubrica “Mi servirebbe sapere” curata da Antonella Todisco.