Sono ben 40 le candeline che la sezione biscegliese della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) spegne oggi, venerdì 6 dicembre. Per festeggiare i quattro decenni di attività l’associazione ha deciso di tracciare un bilancio della sua storia e della sua continua lotta, che è ancora nel vivo, per l’affermazione dei diritti e dell’emancipazione femminile.

Era il lontano 6 dicembre 1979 quando 20 donne, interessante a combattere per la salvaguardia dei diritti femminili, decise di costituire la sezione biscegliese della Fidapa. La mission alla base del neocostituito gruppo era proprio quella di costituire un punto di riferimento, per tutte le donne biscegliesi, per poter finalmente portare, in un’epoca dominata da una concezione di donna come subalterna all’uomo, un messaggio di emancipazione e realizzazione individuale.

Nel corso del tempo le numerose attività di promozione della figura femminile (mostre, laboratori) a livello locale si sono sempre più intrecciate alle parallele campagne di sensibilizzazione. Se, infatti, in Italia la situazione è relativamente migliorata negli ultimi decenni, sono ancora molte, al giorno d’oggi, le realtà in cui la donna occupa un ruolo effettivamente subordinato – sia nella vita pubblica che in quella privata – a quello dell’uomo e in cui il semplice essere donna significhi la perdita di alcuni diritti umani fondamentali. Nell’opera di informazione la Fidapa si è peraltro avvalsa del sostegno di persone che ogni giorno si battono per l’affermazione dei diritti sociali in tutte le loro sfaccettature. Tra le iniziative senza dubbio più importanti c’è la campagna di sostegno che il gruppo biscegliese ha indetto per la modifica dell’Articolo 51 della Costituzione (quello sulle pari opportunità).

«Si fa fatica», si legge nella nota stampa di Luciana De Leo, portavoce dell’associazione, «a tralasciare le tante iniziative che la Fidapa ha messo in atto sul territorio in tutti questi anni di attività. Iniziative sulla salute, sull’ambiente, sul lavoro, sull’arte, sulla valorizzazione del territorio. […] Ed è proprio in quest’ottica che spiccano le iniziative contro la violenza femminile, tema pressoché costante di tutte le presidenze. L’installazione di un totem in Piazza 8 Marzo, e del Posto occupato, scultura in legno su una panchina di Piazza San Francesco, indicano sia la necessità di rompere  il muro di silenzio che circonda la violenza di genere, sia quella di sottolineare il vuoto e il senso di sconfitta che ogni femminicidio lascia nella società. Ma indicano soprattutto che, a dispetto di qualunque iniziativa, le donne continuano ad essere vittime di delitti di inaudita ferocia, a testimonianza che il cammino verso una vera emancipazione della donna è ancora lungo e faticoso.