È stata inaugurata ieri, venerdì 25 agosto, l’edizione 2016 di Libri nel Borgo Antico, evento che ospita ogni anno centinaia di scrittori e che attira migliaia di spettatori. Uno degli incontri più attesi è stato quello con il giornalista biscegliese Luca De Ceglia, cronista per la Gazzetta del Mezzogiorno e scrittore, che ha presentato il suo libro, “Belli di Notte” nella location del Castello Svevo-Angioino. L’incontro ha visto la presenza di diversi e importanti ospiti: a coadiuvare De Ceglia nella presentazione sono stati Valentino Losito, presidente dell’0rdine dei giornalisti di Puglia e Basilicata, e Antonella Pompilio, direttrice dell’Archivio di Stato di Bari; a moderare gli interventi la giornalista Antonella Loprieno. Gli interventi degli ospiti sono stati inoltre inframmezzati da letture di brani del libro effettuate da parte di Daniela Rubini.

Dopo i saluti al pubblico e alle autorità, Luca De Ceglia ha esposto le caratteristiche del suo romanzo, fortemente legato alla nostra città: la storia raccontata è quella di Enrico, un uomo comune che, quasi per caso, si ritrova ad indagare su una misteriosa tomba nascosta nella chiesa romanica di Sant’Adoeno. Presenza ossessiva del romanzo è il conflitto tra passato, presente e futuro: la storia viene vista non come un elemento ormai passato della vita umana ma, al contrario, come parte integrante del presente e che può, se valutata attentamente, aiutare a comprendere e prevedere il futuro (il riferimento all’attualità proposto dallo scrittore è quello di un terremoto che nel 1600 ha distrutto la città di Amatrice in circostanze del tutto simili a quelle di qualche giorno fa). La copertina del libro, raffigurante un binario abbandonato e simboleggiante la storia, l’abbandono e la speranza, cerca appunto di sintetizzare l’indissolubile legame tra i tre momenti dell’esistenza.

Sullo stesso argomento si è brevemente espresso Valentino Losito, che ha esposto al pubblico i quattro temi principali del romanzo. Oltre al rapporto tra passato e presente, Losito ha fatto inoltre riferimento al mistero della tomba, che costituisce il fulcro su cui si snoda l’intreccio narrativo, e alla memoria storica. Infine Antonella Pompilio ha lodato il paziente (e difficoltoso) lavoro di ricerca dello scrittore tra i documenti presenti a Bari, testimonianze tangibili e a volte uniche di tempi ormai passati.

A concludere la presentazione è stato il musicista Vincenzo Mastropirro che si è esibito in un’esibizione improvvisata realizzata con un flauto dolce e uno traverso, a simboleggiare il sincretismo e le differenze tra antichità e modernità, tra tradizione e innovazione.

Foto di Daniela Mitolo