Lo spettacolo poetico-musicale “Neapolitan Shakespeare” di Gianni Lamagna conferma il proprio successo anche tra il pubblico biscegliese del Teatro Don Sturzo, accorso numeroso nel pomeriggio di ieri, domenica 6 novembre, per ammirare dal vivo la performance dell’artista napoletano.

L’originale concerto (il cui disco ha ricevuto il premio “Elsa Morante” della città di Procida) rientra nel secondo appuntamento della quarta edizione della rassegna “Scena 84”, diretta dal biscegliese Tonio Logoluso, promotore dell’opera che ha visto come principale esecutore Lamagna, fautore della traduzione in napoletano e messa in musica di 17 dei 154 sonetti shakespeariani.

Un’opera affascinante e coinvolgente (secondo omaggio di Tonio Logoluso nella ricorrenza del quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare), impreziosita dalle perfette esecuzioni dei musicisti Paolo Propoli (chitarrista), Gennaro Cappabianca (violinista), Paolino Coppeto (mandolino), Alessandro de Carolis (flautista), Vincenzo Lamagna (contrabbassista) e Cira Romano (arpista), con l’arrangiamento musicale di Paolo Raffone.

Amore, amicizia e arte i temi trattati, non senza significativi passaggi di riflessione. Il tutto accentuato dalla carica poetica della lingua napoletana e dei diversi stili musicali che hanno accompagnato i sonetti, dalla musica popolare al beat, country ed irlandese, sino a toccare le sonorità tipiche di quella brasiliana.

Il legame dell’opera con la città di Bisceglie è stato rafforzato dalla partecipazione del musicista biscegliese Nico Arcieri, compositore del decimo brano (sonetto n. 91), curiosamente l’unico ispirato alla caratteristica tarantella napoletana.  

Dopo l’amaro parallelismo suggerito dall’ultimo brano (sonetto n. 66) tra condizione di vita ai tempi di Shakespeare, non molto dissimile da quella attuale (per cui il poeta arriva ad invocare la morte, soluzione scartata solo per paura di non poter più vivere il sentimento dell’Amore), Lamagna ed i musicisti hanno assecondato la richiesta del “bis” del sedicesimo componimento (sonetto n. 111), uno dei più ritmati e coinvolgenti del programma.