Dalla discesa negli Inferi nel VI libro dell’opera virgiliana, in cui Enea incontra suo padre Anchise, al viaggio di Dante ne “la selva oscura”, per passare attraverso l’avventura di Don Chisciotte e del fido Sancho Panza sotto il sole della Mancia per arrivare al “Viaggio al centro della Terra” di Jules Verne. Questi rappresentano solo alcuni degli esempi che testimoniano quanto il topos odeporico abbia ammaliato le letterature di ogni tempo. E così lo scrittore Italo Calvino, facendo memoria dei suoi percorsi mattutini nel métro di Parigi, dunque al mondo sotterraneo, ne sottolineava una certa confidenza, poiché questo mezzo di trasporto gli dava l’impressione di possedere la città. La medesima vicinanza con il métro, questa volta, però, di Roma, e la stessa affinità con il tema del viaggio, è cifra caratterizzante dell’ultimo libro “I baci sono definitivi”, edito da La nave di Teseo, del giornalista e scrittore catanese Pietrangelo Buttafuoco, protagonista del primo incontro, moderato dalla giornalista Ilaria Ficarella, della rassegna Autunno Libri, organizzata dall’associazione Borgo Antico Bisceglie al Mondadori Bookstore “Vecchie segherie e altre storie” ubicato nelle Vecchie Segherie Mastrototaro.

Un testo, venato di letteratura e spiritualità, in cui l’autore, nella sua quotidiana veste di pendolare, rende straordinari quei momenti, che ad un occhio poco curioso, potrebbero risultare ordinari. Dunque ritrovare la bellezza nei piccoli gesti quotidiani: sguardi, musiche, incontri che si intrecciano nei corrimano, cambiando la giornata di chi li osserva. Così come i baci che sono “definitivi”, restando impressi nella memoria, contrapponendosi alla fugacità del tempo. Tutto questo ingenera una filiazione nei confronti dell’altro, la sfera individuale che si schiude. “Il tu”, chiosa lo scrittore, “è più importante dell’io, perché al suo interno vi è un incontro, che ci fornisce la possibilità di abbattere il gravame dell’egoismo e della solitudine, nella cocciuta convinzione di restare ancorati in una realtà, che non ci dà la possibilità di volare”. “Noi”, evidenzia Pietrangelo Buttafuoco, “abbiamo tutte le capacità di sogno, la gioia magnifica del dare piuttosto che del prendere. Lo diceva anche un poeta: “Chiù dugnu, chiù sugnu”, ovvero tanto più donerò qualcosa di me stesso, tanto più lo sarò, proprio perché vado oltre questo confine angusto della materialità”.

Altra riflessione è la distinzione tra ciò che è reale e ciò che è vero, infatti “la verità”, spiega l’autore, “è ciò che va a determinare il fine ultimo di quello che la realtà sa  costruire. Quest’ultima è costituita da persone che, nonostante siano affaccendate nella propria giornata, possono incrociare lo sguardo di chi riesce a rubargli l’anima, che lo porta a volare insieme a lui”. “La verità”, continua lo scrittore catanese, “è proprio questa, fatta di una materia molto sottile e molto più impalpabile, ma allo stesso tempo vera, verissima. E’ poi quella che ha accompagnato il nostro racconto sulla Terra, costituito da episodi struggenti e meravigliosi, come la Passione di Cristo o il risveglio stesso, che in ognuno di noi c’è, quando incontriamo il sorriso della madre”. “Sicuramente”, asserisce Pietrangelo Buttafuoco in merito al compito che assolve la letteratura nella nostra società, “nessuno più ha la pazienza di stare concentrato tre minuti su una pagina oppure di ascoltare un brano e perfino il battito del cuore del proprio amato. La condanna dei “tre minuti” sembra averci messo tutti in un hortus conclusus, divenendo un’umanità frammentata. Non abbiamo più la capacità di vivere l’esperienza dell’arte, che fabbrica dentro di noi tutto il registro delle sensazioni e delle emozioni”.

A fine presentazione, il giornalista catanese chiude con una nota positiva, facendo riferimento al suo racconto preferito inserito all’ interno del suo libro, ovvero la storia d’amore a cavallo tra realtà e finzione di un famoso musicista, appena sposato, e une delle donne più ammirate al mondo, il quale sublima questo sentimento, mai vissuto, all’interno di un componimento, che “al solo ascolto, conclude l’autore, porta con sé un ‘unica verità. La verità dell’amore”.

Foto: Pagina Fb Libri nel Borgo Antico