Attesissimo ospite della prima giornata della rassegna Libri nel Borgo Antico l’economista Carlo Cottarelli, noto per il suo incarico di commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica durante il governo Letta. Il professore ha presentato la sua ricetta per risollevare l’economia italiana nel saggio I sette peccati capitali dell’economia italiana. 

La presentazione, in realtà una conversazione che ha spaziato anche sui temi della politica, si è aperta con una battuta sulla vicenda che ha visto protagonista Cottarelli lo scorso maggio quando venne convocato dal presidente Mattarella per l’incarico di governo. A tal proposito l’economista ha affermato: “Sicuramente è un pericolo scampato, sarei stato presidente di un governo tecnico che non avrebbe avuto la fiducia e avrebbe potuto gestire solo l’ordinaria amministrazione. In questa circostanza saremmo stati vittima di una crisi finanziaria che avrebbe portato ad una crescita rapida dello spread”. Importante, secondo Cottarelli, è il ruolo degli economisti nel sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sui temi economici: “Ormai vado in tv a fare il predicatore, occorre che gli italiani conoscano maggiormente alcune materie come quella economica”. 

Sulla difficoltà di ridurre la spesa pubblica e tagliare le tasse, il noto economista non ha dubbi: “Bisogna investire in capitale politico, avere una visione a medio termine. Fare dei tagli chirurgici risulta essere difficile poiché ci si mette contro le lobbies e interessi molto forti”. La ricetta per risolvere la situazione economica non è però quella di aumentare il rapporto debito/Pil, che in Italia è già del 132%. “Vedremo la legge di bilancio ma le dichiarazioni e quanto emerso dal contratto di governo non sono convincenti. Il rapporto debito/Pil deve scendere e l’attuale governo se ne è reso conto. E’ però sbagliato il ragionamento secondo il quale si ottiene la crescita aumentando il deficit. Nessun Paese ci è riuscito, nemmeno gli Usa negli anni della presidenza Reagan”.

Parlando più strettamente del libro, Cottarelli rintraccia nell’evasione fiscale il primo dei peccati capitali che infettano l’economia italiana: “L’evasione è un peccato sociale, un problema serissimo. Basti pensare che se negli anni precedenti fosse stata solo di 1/8 più bassa in questo momento noi avremmo meno debito della Germania”. Una delle soluzioni proposte dal professore per far sì che fin da giovani si possa estirpare questa piaga è quella dell’educazione scolastica, unico settore nel quale non andrebbero mai programmati dei tagli alla spesa. L’economista ha continuato poi affermando come la riduzione dell’evasione garantirebbe dei notevoli benefici a tutta l’economia: “I soldi recuperati andrebbero utilizzati per ridurre il livello di tassazione che in Italia è molto alto, circa il 50%. Purtroppo in Italia non pagare le tasse è una mentalità diffusa”. L’evasione non è però l’unico problema che affligge l’economia del nostro Paese. Dall’analisi proposta nel libro si evince come anche l’eccessiva burocrazia e la corruzione, che sono reciprocamente collegate, abbiano delle ripercussioni sulla crescita dell’Italia. Anche su questo punto non è mancata una critica ai governi che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del Paese: “Per i governi è importante la lotta alla burocrazia”, ha affermato l’economista, “ma non si sta facendo quando invece doveva essere la priorità anche per i precedenti esecutivi. I burocrati possono impedire il cambiamento ma se vi è la volontà politica la burocrazia si può superare.”

Nella lettura proposta nei capitoli seguenti emergono anche gli ultimi problemi che minano l’economia italiana  come ad esempio la lentezza della giustizia, unita alle innumerevoli cause che vengono intentate solo per bloccare chi vince,  oppure il problema del calo demografico che non è legato alla recente crisi del 2011 ma è il frutto di un processo iniziato dopo gli anni settanta. Per il professore la risoluzione di questo problema è molto complessa e richiede moltissimo tempo e denaro: “La ricetta è quella svedese, ovvero spendere i soldi per facilitare la maternità quindi asili nido gratuiti e sostegno al reddito per chi accudisce i figli a casa, anche per chi ha un reddito alto”. Tutto questo si lega però all’evasione fiscale, infatti, ha concluso l’economista: “In Svezia possono farlo perché l’evasione fiscale è allo 0%. Importante sono stati anche un pensiero sull’euro e sulla necessità dell’Italia di restare in Europa a patto di difendere meglio i propri interessi. C’è stato poi anche un passaggio sul divario nord-sud che se ridotto porterebbe l’Italia ad avere un reddito pari a quello della Francia. “Non è un problema di quantità ma di qualità. La pubblica amministrazione al sud spende peggio che al nord. Lampante è il caso della sanità”.

Incalzato infine su temi più vicini all’attualità, Cottarelli si è espresso favorevolmente per una politica migratoria regolare e sulla concessione dello ius soli ai bambini nati in Italia. L’ospite ha invitato i giovani italiani a vivere un’esperienza all’estero per ritornare però in Italia “il Paese più bello del mondo”. Sulle pensioni d’oro Cottarelli ha affermato come sia necessaria una revisione in quei casi in cui i contributi sono molto più bassi delle pensioni elargite.