Lungo l’arco di quest’anno Bisceglie24 ha intrapreso un percorso, le cui protagoniste sono state le comunità parrocchiali locali, con l’obiettivo di tastare il polso dei quartieri, focalizzando l’attenzione sulle realtà più difficili, di cui spesso siamo ignari. Dove eravamo rimasti? Dopo aver meglio conosciuto alcune realtà periferiche e del centro cittadino, questa volta ci spostiamo nel cuore pulsante del centro storico, nella Concattedrale di San Pietro Apostolo. Ai nostri microfoni è intervenuto il parroco Don Mauro Camero.

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“La nostra realtà ecclesiale”, esordisce il parroco, “abbraccia la parrocchia di San Matteo e Nicolò con la cattedrale, che è rettoria legata alla parrocchia. Innanzitutto la nostra comunità parrocchiale è molto complessa. Il contesto della gente che la frequenta è legato per la maggior parte al discorso devozionistico. Buona parte della gente che lavora in parrocchia ha vissuto qui la propria infanzia, anche se adesso risiede fuori dal centro storico. Certamente”, continua Don Mauro, “c’è l’altra faccia della medaglia: fatta eccezione per il rapporto che abbiamo con i nostri assistiti Caritas e con i genitori dei bambini dell’oratorio, non possiamo parlare di gente che frequenta assiduamente la parrocchia”.

I problemi del quartiere sono legati al discorso della povertà, e non dovete meravigliarvi se ci sono situazioni familiari in cui sono assenti i servizi igienici. Può sembrarci assurdo in questo momento storico, eppure sono presenti ancora questi casi. Inoltre vi è il problema dell’analfabetismo e di contesti familiari divisi, poiché uno dei coniugi è agli arresti domiciliari o peggio ancora in carcere. Noi”, evidenzia il sacerdote, “lavoriamo molto sui bambini e sui giovani, ma affianchiamo anche le famiglie. La Caritas fa un lavoro straordinario, spesso ci siamo accorti di contesti familiari gravi e abbiamo interagito con gli assistenti sociali. Penso in modo particolare a situazioni in cui abbiamo dovuto tener lontani i bambini e le mamme dai loro mariti, perché erano violenti e alcolizzati. Inoltre vi è anche il doposcuola, che è una forma di servizio indispensabile. Ci siamo anche costituiti oratorio Anspi, in modo da usufruire di diverse convenzioni e aiuti, con progetti legati al mondo ludico e dello sport”.

Sulla presenza dei richiedenti asilo all’interno del quartiere il parroco asserisce: “Ci sono pochi immigrati all’interno della realtà parrocchiale e quei pochi che vivono, lavorano e sono ben inseriti nel tessuto parrocchiale. Inoltre abbiamo poche strutture ricettive per accoglierli e vi è una sorta di gelosia da parte dei parrocchiani che vivono una condizione già disagiata, in quanto gli stranieri sono percepiti come coloro che potrebbero sottrarre qualche possibilità agli abitanti del quartiere. Tra gli assistiti Caritas, inoltre, abbiamo una presenza consistente di persone di fede islamica”.

Foto articolo: www.cattedraledibisceglie.it