“E’ di ieri una nota a firma della Federazione Cimo-Fesmed di “diffida” indirizzata alla Direzione Generale della Asl Bt, relativa alla decisione della direzione strategica di utilizzare personale medico di discipline diverse nella assistenza dei pazienti Covid, presenti al momento nell’ospedale di Bisceglie (Covid Hospital) a Barletta (dove sono stati dedicati fino a 160 posti all’assistenza dei pazienti Covid) e a Canosa dove è attivo un percorso post-Covid. La Regione ha chiesto a tutte le ASL un incremento esponenziale di posti letto per il ricovero di pazienti positivi al COVID-19 ed alla ASL BT ha chiesto un incremento fino a 281 posti letto.

“Si capisce chiaramente che la nota del sindacato, essendo rivolta a tutte le ASL, non tiene conto delle situazioni particolari di ogni territorio. Tuttavia, sembra che non tenga conto nemmeno della situazione contingente: questa è una emergenza, una pandemia e a dirlo non sono io – dice Alessandro Delle Donne, Direttore Generale della Asl Bt – lo dicono gli scienziati, lo dice l’OMS, lo dicono i numeri e lo dice il Governo che ha qualificato la Puglia con zona Arancione. E nonostante questo, respingiamo fortemente le accuse, in quanto, oltre ad essere davvero generiche e superficiali, sono del tutto destituite del benché minimo fondamento di fatto e giuridico; nonostante la pandemia, la ASL BT ha sempre agito nel rispetto di quanto ci è stato consentito da tutte le norme e di quanto è stato disposto a livello nazionale, stiamo agendo con la velocità, la flessibilità e il dinamismo richiesto da una emergenza che non ha confronto nella storia moderna. E lo stiamo facendo con carenze di personale su cui stiamo lavorando da mesi”.

Nella nota la Federazione Cimo-Fesmed accusa l’Azienda di non aver rispettato le norme contrattuali e le disposizioni di legge in tema di impiego del personale medico: “respingiamo con forza ogni accusa in tal senso poiché le attività intraprese sono state fatte alla luce delle disposizioni in vigore, a partire dal D.L. 17 marzo 2020, n.18 che all’art. 2-bis dispone che per far fronte alle esigenze straordinarie e urgenti derivanti dalla diffusione del Covid è possibile è possibile assumere specializzandi iscritti al penultimo e all’ultimo anno delle scuole di specializzazione. Le nome in deroga ci consentono anche di assumere personale appena laureato”.

“Inoltre – sottolinea il Direttore Generale – sono tantissime le procedure, solo relative al personale medico, avviate e concluse con esiti insufficienti da marzo in poi”.  A marzo sono stati espletati, tra gli altri, il concorso per anestesia e rianimazione e il Concorso per Pronto Soccorso. In graduatoria anestesisti c’erano 9 specializzati e 28 specializzandi: fino a questo momento sono stati assunti 8 specializzati e 5 specializzandi mentre per lunedì 9 novembre sono già stati convocati 11 specializzandi. Il concorso per il Pronto Soccorso ha in graduatoria 10 specialisti e 14 specializzandi: sono stati assunti 5 specialisti e uno specializzando ma sono già arrivate 2 dimissioni. Sono stati indetti avvisi per manifestazione d’interesse per medici specialisti e non per i pronto soccorso e i reparti Covid di Bisceglie: gli specialisti non hanno confermato la disponibilità all’impiego. Per le malattie infettive sono state utilizzate la graduatoria di pneumologia, malattie infettive e l’elenco degli ammessi al concorso di malattie infettive: da pneumologia nessuna disponibilità, da malattie infettive hanno confermato disponibilità solo 2 medici già peraltro dipendenti della Asl Bt. A questo si aggiunga che è stato indetto un nuovo avviso di pneumologia per il quale sono stati chiamati tutti i candidati ma è stato possibile sottoscrivere solo un contratto. Per il pronto soccorso è stato indetto un nuovo avviso pubblico che scade il 13 novembre”.

“Questo è evidentemente solo un quadro riassuntivo di quello che sta accadendo – aggiunge Delle Donne – a cui va aggiunta la fotografia di una situazione che di ora in ora va peggiorando su tutti i presidi ospedalieri e non solo della Bat, ma che il sindacato sembra ignorare. I Pronto Soccorso sono presi d’assalto, abbiamo riorganizzato i percorsi nel presidio di Barletta e per questo abbiamo chiesto la disponibilità a turni di assistenza di specialisti in altre discipline che mai vengono lasciati soli nel processi di diagnosi e cura. E’ attivo un gruppo di lavoro aziendale che monitora costantemente lo spostamento dei pazienti a seconda della gravità, utilizzando percorsi molto ben definiti. Anche nei Pronto Soccorso è garantita la collaborazione degli specialisti in Malattie Infettive e negli altri reparti quella dei rianimatori. E’ chiaro che questo non è un quadro ideale, mai potrà esserlo ma oggi siamo chiamati a dare assistenza in una situazione di estrema difficoltà per tutti e ci aspettiamo collaborazione e partecipazione”.