Molti hanno provato le sensazioni di pace, tranquillità e armonia con il mondo, tipiche delle gite in barca a vela. Tuttavia pochissimi fortunati hanno avuto l’opportunità di sperimentare queste sensazioni a bordo di una barca a vela antica, una vera e propria “auto d’epoca” dei mari. Una di queste imbarcazioni, ormai rarissime, è ormeggiata nel porto di Bisceglie: si tratta della “Bride of Denmark”, eccezionale esempio di come la cura e l’impegno possano rendere imperituro un oggetto e i ricordi che esso porta con sè.

La “Bride of Denmark” (“sposa di Danimarca”) fu costruita nel 1964 a Castiglione della Pescaia (provincia di Grosseto), in un cantiere navale un tempo molto apprezzato per la costruzione di natanti in legno, alcuni dei quali ancora operativi al giorno d’oggi. Originariamente concepita come un gozzo a motore, la “Bride of Denmark” fu modificata durante il processo di costruzione per dotarla di una vela ad albero passante (la base dell’albero si trova all’interno dello scafo e non sul ponte di coperta). La barca, in un primo momento invenduta, suscitò l’interesse dei fratelli tranesi Nicola e Francesco Laurora che decisero di acquistarla. Attuali armatori dell’imbarcazione sono Francesco e sua nipote Beatrice, figlia del defunto Nicola, di cui intendono onorare la memoria proprio attraverso questa barca.

Il comando effettivo del natante in mare è stato affidato dagli armatori a Mimmo Cormio, istruttore di vela e skipper di Trani, che ha accettato di buon grado questo gravoso compito, spinto dalla sua passione congiunta per la storia e per il mare; lui stesso si occupa della manutenzione periodica, necessaria nelle barche in legno, e ha lavorato fianco a fianco con gli operai durante la parziale opera di restauro, effettuata lo scorso anno nel cantiere navale di Margherita di Savoia. “È un importante documento storico” afferma Cormio “perché parla di antiche tecniche di costruzione, progettazione, navigazione, filosofia di vita, di approccio al mare ed alla nautica: un documento che offre mille spunti di riflessione e di confronto con la nostra realtà e quella di altre località e popolazioni”.

Imbarcazioni storiche come la “Bride of Denmark”, non rappresentano dunque soltanto la testimonianza di un’altra epoca, ma forniscono la prova tangibile dell’impegno quasi maniacale degli oggi quasi scomparsi “maestri d’ascia” (due anni fa è scomparso Felice Pignatelli, creatore di buona parte della flotta di imbarcazioni in legno nel porto di Bisceglie) che, con lunghi ed estenuanti turni di lavoro, grande perizia e abilità manuale e controllo quasi maniacale dei minimi dettagli, garantivano la creazione non di semplici barche, ma di autentiche opere d’arte. La nostra mentalità consumistica, come spiega lo skipper, ci spinge a valorizzare la grandezza, la potenza e le alte prestazioni, dando scarsa importanza al valore storico degli oggetti, normalmente ignorati, che dovrebbero invece spingerci ad interrogarci sul passato, sul presente e sul futuro.

Il progetto delMuseo Galleggiante”, di cui Mimmo Cormio è ideatore e principale promotore, si pone come obiettivo di sconfiggere l’oblio, cui molte imbarcazioni storiche sono destinate, creando una vera e propria “collezione di barche antiche nel porto di Bisceglie. Questo piano di riqualificazione storica, che nei suoi progetti avrebbe dovuto coinvolgere la città di Trani, ha invece trovato un terreno fertile nella nostra città: incontrato il favore dell’amministrazione comunale che ha da subito condiviso le finalità della proposta, è stato raggiunto, nel marzo 2016, un accordo con la Bisceglie Approdi, che offre il 50% di sconto per l’ormeggio di barche storiche. Il “Museo Galleggiante” rappresenta soltanto il primo passo di un ben più ambizioso piano di recupero e valorizzazione che potrebbe persino arrivare a coinvolgere tutto il porto e parte del centro storico, un tempo cuore pulsante della città, oggi principale custode della memoria storica.

Alla base dell’ambizioso progetto ci sono una passione sconfinata e lo spirito di condivisione, affinché si possa divulgare la conoscenza dell’affascinante universo delle barche storiche. La stessa Bride of Denmark, per volontà dell’armatore e dello skipper, è intesa come una “biblioteca” in mare che può essere aperta alle visite di associazioni ma anche di privati cittadini (con tempi e modalità da stabilire di volta in volta) che volessero scoprirne storia, aneddoti, filosofia e importanza.