La questione dell’edificio storico di Via Camere del Capitolo è tornata prepotentemente nell’agenda politica cittadina in questi ultimi giorni. Le vicende legate alle sorti del palazzo neoclassico di metà ottocento, presente nel centro cittadino biscegliese, hanno inizio sul finire della passata amministrazione Spina e si sono protratte durante il periodo di commissariamento per poi tornare ancora alla ribalta in questi giorni.

L’area in questione è stata oggetto di interesse da parte di una nota impresa edile locale, già proprietaria dell’ex hotel Europa. L’impresa era riuscita in primis a trovare un accordo per la vendita con i proprietari del palazzo ottocentesco e poi anche ad ottenere parere favorevole al rilascio del permesso di costruire in data 01/10/2012. Successivamente la mobilitazione di alcune associazioni, prima fra tutte Bisceglie Vecchia Extramoenia, e poi la presa di posizione netta del sindaco Spina hanno fatto si che tale operazione di vendita e di successiva demolizione dell’area non fosse mai portata a termine. Per primo c’è stato il provvedimento del comune del 19/06/2013 prot. 23785 con il quale è stata disposta la sospensione “sine die” del permesso di costruire precedentemente citato, poi il 29/04/2014 è arrivata la determina dirigenziale N. 16404 con la quale è stato revocato il permesso di costruire rilasciato.

Ovviamente tutto questo ha avuto delle ovvie ripercussioni legali. Ad opporsi alle decisioni del comune sono stati i proprietari dell’immobile in oggetto, che hanno fatto ricorso al TAR della Regione Puglia. Il parere dell’organo giuridico regionale è arrivato lo scorso 16 Luglio. Il Tar ha riconosciuto che “la tutela del bene (palazzo ottocentesco) che le ricorrenti ambiscono a demolire e sostituire con un nuovo edificio è espressione di scelte urbanistiche non irragionevoli” ma allo stesso tempo “ferma restando l’eventuale responsabilità dell’ente per i danni economici cagionati (profilo di responsabilità che, tuttavia, non influisce sull’esigenza di salvaguardia del bene)” . In altre parole si riconosce il principio della salvaguardia del bene architettonico ma non si esclude la possibilità che il comune debba pagare un risarcimento ai proprietari . A seguito di questa ordinanza del TAR Puglia il comune ha espresso con nota stampa viva soddisfazione, dichiarando che Ora il Tar Puglia sez. Bari ha dato a ragione in questo primo match giudiziario in sede cautelare alle scelte del Sindaco Spina e della sua maggioranza, confermando la piena legittimità e assoluta opportunità dello storico atto di tutela del patrimonio ambientale e culturale della città”.

In realtà il comune non ha commentato in alcun modo la questione degli eventuali risarcimenti danni a favore dei proprietari, cosi gli avvocati di questi ultimi hanno fatto valere il diritto di replica a mezzo stampa ed hanno prontamente replicato al comune : non corrisponde al vero che il ricorso sarebbe stato respinto, posto che, al contrario, il gravame è tuttora pendente ed attende di essere definito con sentenza, da ciò deviando uno sviamento del diritto di cronacaed ancora “il comunicato ed il consequenziale articolo giornalistico non rispondono ai doveri di veridicità e completezza, fondanti il diritto di cronaca, sia per la ragione che il ricorso non è stato respinto, sia perché l’Ordinanza cautelare si è espressa con salvezza della “eventuale responsabilità dell’ente per i danni economici cagionati (profilo di responsabilità che, tuttavia, non influisce sull’esigenza di salvaguardia del bene)”.

Infine per ultimo si è espresso anche il consigliere comunale dell’opposizione ed ex vice sindaco Gianni Casella. L’esponente DC, che si era già fatto sentire a dura voce sulla vicenda nel corso di alcuni consigli comunali, ora ha affidato la sua replica ai social network commentando: “l’ordinanza del Tribunale Amministrativo di Bari, oltre a quanto dichiarato in merito alla salvaguardia del bene (via Camere del Capitolo) come fatto prevalente, ha rilevato anche l’eventuale responsabilità dell’ente (Comune), per i danni economici cagionati, risarcibili per equivalente. In poche parole il Comune (cioè noi cittadini), potremmo sborsare centinaia o forse milioni di euro per una “scelta”. Ma si sa, ormai di “scelte” in questo paese se ne fanno una dietro l’altra… Ma quanto ci costeranno…”.

La diatriba politica sulla vicenda sembra ben lontana dalla fine, probabilmente l’argomento rimarrà ancora a lungo nell’agenda politica dell’amministrazione Spina e dell’opposizione. La questione giudiziaria sembra essere ancora più complessa. L’ordinanza del TAR potrebbe essere solo l’ouverture di una lunga battaglia legale tra i proprietari dei suoli ed il comune. Per ora il palazzo in stile neoclassico di metà ottocento di via Camere del Capitolo non verrà demolito.