Una proposta di matrimonio in piazza, a sorpresa, circondati dagli amici più intimi e i parenti più stretti. L’artefice è Matteo Leno, che ad inizio agosto ha chiesto la mano al suo futuro sposo, Andrea, nella piazzetta di fronte alla chiesa di Sant’Agostino. Musica di sottofondo, atmosfera soffusa, gli amici mostrano le foto dei due sposi insieme, nel retro, formano la richiesta più classica: “Mi vuoi sposare”. La domanda, in ginocchio, Matteo la pone ad Andrea, che accetta emozionato. Il “sì” è suggellato dall’anello, l’amore trionfa e il video diventa subito virale sui social network.

“Io e Andrea ci siamo conosciuti il 4 dicembre 2014”, racconta Matteo, 28 anni, mentre Andrea, biscegliese, ne ha uno in più. “Ci sposeremo l’anno prossimo. L’idea della proposta in pubblico mi è venuta spontanea. In molti hanno apprezzato, qualcuno ha dissentito è normale ci siano persone che possano privilegiare la riservatezza. Non l’ho fatto perché volevamo essere messi al centro dell’attenzione ma per regalare al mio compagno, per una volta nella sua vita, un giorno magico e speciale. “E’ andata alla grande”.

“L’auspicio più grande è innanzitutto non perdere i valori dell’amore”, dice Matteo guardando al futuro. “Il nostro sogno è quello di trovare un posizione lavorativa che ci possa dare la possibilità di acquistare una casa ma soprattutto e quello di invecchiare insieme amandoci come il primo giorno”.

Sulla lotta al pregiudizio e all’omofobia, Andrea è schietto. “Ci sono passi avanti rispetto al passato ma tanti ce ne sono ancora da compiere. “Basta vedere il tenore di alcuni commenti sotto il video della proposta di matrimonio sui social: ‘chi dei due partorirà’, ‘di queste emozioni ne farei a meno’, ‘il vostro non è matrimonio, è unione civile e basta, non paragonatevi agli etero’, ‘mi fate schifo’. E questi sono solo alcuni. Ma la cosa più grave è nei casi in cui la famiglia non accetta l’omosessualità. O, come capita, vedere gli amici che si allontanano o la gente che ti guarda con occhi diversi, quasi come si fosse affetti da un male incurabile. Purtroppo si vive ancora di pregiudizio, anche se la mentalità sta cambiando”.