Papa Francesco è un Pontefice di lotta. Sta rimettendo al centro della coscienza del mondo il senso del peccato, dal quale la cultura laicista voleva liberarci. Egli ci chiama a lottare contro il male, perché la pace nasce dalla sconfitta del male, dal cuore liberato dal peccato, dalla capacità di perdonare il fratello anche quando questi ci ha offeso. È questo quello che Papa Francesco ha detto nel recente pellegrinaggio in Terra Santa ed ha ribadito nei Giardini Vaticani, qualche giorno dopo, durante la visita del presidente israeliano, Shimon Peres, e quello palestinese, Abu Mazen”. Mimmo Muolo, affermato vaticanista e giornalista de “L’Avvenire”, ha concluso con queste parole il convegno intitolato “Papa Francesco: un Pontificato sotto il segno della Pace”, tenutosi ieri sera, 23 luglio, nella Basilica Cattedrale, a Bisceglie.

La serata è stata organizzata dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, in particolare dalla Luogotenenza per l’Italia meridionale adriatica, Sezione Nazareth – Barletta, delegazione di Trani.

“Dopo l’accoglienza festante del Santo Padre in Terra Santa, accompagnata da un’atmosfera di grande speranza, e dopo la visita in Vaticano dei capi di stato israeliano e palestinese, la domanda che ci sfiora in queste ore è: il Papa ha fallito? È stato tutto inutile?”, ha proseguito l’ospite d’onore della manifestazione, che ha seguito il pellegrinaggio del Pontefice in Terra Santa, dal 24 al 26 maggio scorsi. “La mia risposta è “no”. E non lo dico da tifoso”, ha puntualizzato Mimmo Muolo. “Papa Francesco ha indicato a israeliani e palestinesi la via per la pace, l’unica percorribile: astenersi da tutto quello che sappiamo essere nocivo per l’altra parte, evitare gesti e comportamenti che l’altra parte possa reputare aggressivi. Sembrano affermazioni semplicistiche ma siamo di fronte al nodo gordiano che nessuno è riuscito finora a risolvere. Tradotto, significa che gli israeliani devono smetterla con gli insediamenti dei coloni nei territori occupati. Sarebbe come se i francesi decidessero di creare una propria città a Ventimiglia. Dall’altra parte, però, considerando che una guerra esiste perché ci sono due litiganti, sarebbe ora che i palestinesi, o perlomeno il braccio armato del popolo palestinese, gli irriducibili, coloro che hanno una mentalità ferma a sessant’anni fa, si astenessero da rappresaglie ed attentati. Gesti che generano un’atmosfera simile a quella che si viveva in Italia durante gli Anni di Piombo”.

“Il momento centrale del viaggio in Terra Santa è stato il sabato pomeriggio”, ha aggiunto il noto vaticanista e giornalista de “L’Avvenire”, “dopo la messa celebrata nella piazza principale di Betlemme, quando il Papa ha visitato un campo profughi nelle vicinanza. Il Santo Padre ha buttato via il discorso che si era preparato ed è andato a braccio, dicendo che se non guardate avanti, se, pur non dimenticando le ferite del passato, continuate a fermarvi alle recriminazioni, non si andrà mai nella direzione della Pace, storicamente costruita quando si è reputato che si dovessero chiudere i conti con il passato. Ecco perché dico che il Papa ci aveva visto giusto. Tanto da risultare una grave minaccia per i signori della guerra che, vedendo vacillare i loro interessi, sono tornati a soffiare forte sui focolai, riaccendendo prepotentemente il conflitto. Quello che sta avvenendo in Terra Santa, infatti, è frutto della mancanza di giustizia, sviluppo, prospettive. E c’è chi ha tutto l’interesse affinché questo status quo sia mantenuto, perché finché c’è guerra c’è speranza”, ha sostenuto Muolo, citando il celebre film di Alberto Sordi.

La conversazione è stata aperta da Mauro Pedone, Grand’ufficiale dell’Ordine, che ha ripercorso la storia, le finalità e l’organizzazione del Santo Sepolcro. La parola è poi passata a Pasquale Stipo, neo-delegato regionale dell’Ordine per le città di Trani e Bisceglie, che ha ringraziato le autorità, gli ospiti ed i confratelli arrivati anche dai palesi limitrofi, prima di introdurre l’argomento oggetto del convegno. Spazio poi agli interventi di Ferdinando Parente, preside della sezione Nazareth – Barletta dell’Ordine, e monsignor Savino Giannotti, vicario generale della Diocesi Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth e priore della delegazione Trani – Bisceglie, prima del saluto del sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, ospite della serata insieme ad una folta delegazione politica e al Capitano della tenenza dei Carabinieri di Bisceglie, Sergio Riccardi.

FOTO: Cristina Soldano