Ieri, sabato 4 agosto, sono partiti ufficialmente i festeggiamenti in onore dei tre santi patroni Mauro, Sergio e Pantaleone, i cui resti, a partire dal 1167, sono conservati nella cripta della Cattedrale.

Come ogni festa cristiana dedicata ai santi, anche quella dei patroni biscegliesi rievoca il martirio, quest’ultimo avvenuto, stando ai martirologi a disposizione, il 27 luglio del 117 d.C. durante il l’imperium di Traiano. Sebbene fede e tradizione ci abbiano tramandato quel senso di appartenenza e vicinanza ai tre custodi biscegliesi, ambedue i valori, nel tempo, hanno subito cambiamenti e variazioni. Infatti, oggi festeggiamo quella che anticamente prendeva il nome di “festa dei forestieri” e che si svolgeva per l’appunto nei primi giorni di agosto. Questa modifica, che nel tempo ha anche suscitato un certo disappunto, trova le sue ragioni in una necessità di stampo agreste. Infatti, per non intralciare il consueto taglio dell’uva, che si svolge proprio nelle fasi finali del mese di luglio, si volle spostare la festa patronale alle prima settimana di agosto.

Tornando però ai festeggiamenti, ad aprire nel concreto questi tre giorni di allegria cittadina è stata la tradizionale intronizzazione del quadro dei tre santi fuori al portone del teatro Garibaldi, dove un tempo spiccava la “porta di Zappino”, principale ingresso della città. Quello dell’intronizzazione è un evento ancora oggi molto sentito, testimoniato dalla quantità di gente che vi partecipa, soprattutto i più anziani, legati ancora alla concezione di una festa più di fede che di svago e divertimento. Un altro quadro, simile per caratteristiche ed intronizzato il venerdì sera, è quello visibile sull’isolotto del porto, affinché i santi patroni non veglino solo la terra ma anche il mare.

Una festa come da tradizione a due volti, uno religioso e l’altro meno religioso. Infatti se da un lato processioni e riti, accompagnati dal gran concerto bandistico, trovano linfa nell’adesione religiosa dei fedeli, dall’altro c’è il popolo biscegliese che sfila tra le bancarelle alla ricerca dell’affare a buon prezzo e che si diverte tra le consuete giostre, insomma quel tratto pagano che in una festa non può mai mancare.