Le proposte di riqualificazione del centro storico, avanzate dal gruppo civico Bisceglie Civile nel mese di gennaio, hanno trovato risposta direttamente dal sindaco Francesco Spina, il quale ha inviato una missiva alla portavoce di Bisceglie Civile, Grazia Amoruso.

Nella richiesta iniziale, si chiedeva al Comune di promuovere la riqualificazione degli edifici del centro storico e di tutti gli altri edifici espressivi dell’identità storica e culturale della comunità biscegliese, attraverso l’erogazione di contributi finanziari (leggi qui per approfondire).

“Mi preme sottolineare – esordisce il sindaco Spina – che questa amministrazione ha assunto tra gli obiettivi del proprio mandato, la limitazione del consumo del suolo per nuove costruzioni. Sia la definizione dell’adeguamento del Piano Regolatore al Piano Urbanistico Territoriale Tematico del Paesaggio, redatto dalla Regione Puglia, sia apposite deliberazioni di consiglio comunale, sono indirizzate salvaguardia ed al recupero del patrimonio edilizio storico, sia esso urbano o rurale”.

“È sotto gli occhi di tutti – prosegue il primo cittadino – la mole enorme di lavori che questa amministrazione ha avviato, ed in molti casi concluso, per il recupero del patrimonio edilizio nel centro storico della città, e proprio perché l’azione è portata avanti dagli uffici comunali, non vi deve essere alcun timore che le scelte urbanistiche o architettoniche possano mettere in pericolo il decoro storico-architettonico egli edifci nonché del contesto urbanistico all’interno del quale gli stessi sono inseriti”.

“Come è sotto gli occhi di ogni cittadino come il Centro Storico stia diventando sempre più vivo e frequentato – prosegue il sindaco nella comunicazione inviata a Bisceglie Civile – Ricorda il centro storico di dieci anni fa, lo stato di degrado di Palazzo Tupputi o del Castello, oppure delle Mura aragonesi, i vuoti urbanistici creati da immobili pericolanti e semi diroccati? Tanto è stato fatto con una poderosa opera di restituzione alla fruizione pubblica e tanto ancora deve essere realizzato, compatiblmente con le risorse che il Comune riesce a reperire tramite specifiche progettazioni.

“Altresi, è da sottolineare che il Comune, come ente locale, ha la possibilità di intervenire in modo diretto sul patrimonio pubblico e non anche su quello privato – sostiene Spina avviandosi alla comclusione – In questo ultimo caso, l’opera di vigilanza si esprime attraverso i propri organi di controllo, che non si limitano alla semplice disamina del progetto edilizio, ma anche alla disamina degli aspetti architettonici, affinché le scelte progettuali adottate dal privato non si pongano in contrasto con i parametri di riqualificazione dettati dall’amministrazione comunale”.

“Se ciò non bastasse – chiude Spina, prima dei saluti formali – occorre rammentare che ogni attività da eseguire su immobili storici o nel contesto del Centro Storico sono soggetti all’alta vigilanza della Sorpintendenza per i beni culturali ed architettonici, chiamata ad esprimere su ogni aspetto progettuale it proprio parere obbligatorio e vincolante.

Non si è fatta attendere la controrisposta di Bisceglie Civile: “La [nostra] proposta, denominata ‘Bisceglie fatti bella’, si pone l’obiettivo di creare un fondo che il Comune metterebbe a disposizione di tutti quei cittadini che desiderassero intervenire sulle facciate di immobili di proprietà e di particolare pregio storico-architettonico, al fine di recuperarne l’originale assetto estetico. Il fondo non andrebbe pertanto a finanziare interventi di consolidamento strutturale degli interi edifici, ma si limiterebbe a contribuire alla riqualificazione dei prospetti esterni, con recuperi di ben più modesta entità da un punto di vista architettonico e finanziario, ma di grande valore simbolico ed estetico”.

“In aggiunta – prosegue Grazia Amoruso – la nostra proposta sarebbe indirizzata anche ad interventi di miglioramento dell’illuminazione stradale, dei marciapiedi, nonché ad eventuali interventi di demolizione come recinzioni incongrue e posticce di immobili d’interesse storico. Così facendo, verrebbe meno il rilievo da lei sollevato sull’impossibilità di interventi diretti da parte del Comune su immobili privati. Il fondo si configurerebbe, infatti, come un mero incentivo a parziale copertura di interventi sulle facciate di edifici privati, una tipologia di finanziamento che sappiamo essere realizzabile perché già esperito presso altre amministrazioni comunali in tutta Italia”.

“Si aggiunga che tali interventi non sarebbero diretti ai soli edifici del centro storico, su cui sappiamo esserci da anni un interesse crescente – dichiara in chiusura la portavoce del gruppo – ma soprattutto su tutta una serie di edifici storici presenti tra le maglie della città storica diffusa al di fuori delle mura aragonesi, definita talvolta come ‘città storica extramoenia’, a cui si darebbe una concreta chance di valorizzazione. Per quanto poc’anzi esposto e date le opportunità che si potrebbero creare per le piccole imprese di restauro e costruzione locali, riteniamo la nostra proposta quanto meno meritevole di discussione in sede di consiglio comunale. Ci auguriamo, dunque, di poter aver un riscontro in tal senso, vista la coerenza che la nostra proposta sembra avere con le strategie di valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico messe in piedi dalla sua amministrazione”.

(In alto, foto di repertorio)