Ricordare il male perpetrato dall’uomo alla sua stessa specie, aldilà della retorica delle “Giornate mondiali” o di ricorrenze simili. Era questo il tema principale del convegno “Olocausto delle Genti”, svoltosi nel tardo pomeriggio di giovedì 12 febbraio e organizzato dall’associazione culturale Spazio Libero, con la collaborazione di Pax Christi “Punto Pace Bisceglie”, Unitre – Università delle Tre Età di Bisceglie ed E.P.A.S.S. Onlus, che ha messo a disposizione l’auditorium “Don Pierino Arcieri”, sede della conferenza.

Un incontro in cui si è parlato degli eccidi che hanno segnato il secolo scorso, sottolineandone le atrocità ma cercando di trovare degli spunti per ripartire e cercare di instillare la convinzione che un mondo migliore è possibile, senza inoltre soffermarsi su quelli di cui si parla maggiormente, come la Shoah o il cosiddetto “Olocausto Rosso” dei Paesi dell’area sovietico-jugoslava. Moderatore della conferenza il presidente di Spazio Libero, Neri Genesio Verdirosi. Presenti i presidenti delle altre realtà organizzatrici, Liliana Ricchiuti di Pax Christi, Vincenzo Papagni dell’Unitre e Luigi De Pinto di E.P.A.S.S. Onlus.

Il primo a relazionare è stato lo scrittore Raffaello Mastrolonardo, che ha parlato del genocidio del popolo armeno da parte dei turchi alla fine dell’Impero Ottomano, concentrandosi successivamente sulla figura dell’artista Hrand Nazariantz, esule armeno che fuggì a Bari e lì visse fino alla sua morte. Uno sterminio, quello degli armeni, ancor oggi negato da parte dei turchi e del quale si parla, a detta dell’autore, forse troppo poco.

Direttamente collegato all’intervento di Mastrolonardo è stato quello del prof. Giuseppe Poli, ordinario di Storia Moderna all’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, il quale ha precisato che episodi drammatici di questo genere non sono caratteristica solo del XX secolo, ma di tutta la storia umana, che gli uomini stessi tendono a dimenticare con troppa facilità. In questo senso ha ricordato il recentissimo genocidio dei Tutsi, popolazione del Ruanda, da parte degli Hutu, poco prima della metà degli anni ’90.

Miriam Marino, scrittrice e attivista politica, coinvolta nella difesa dei diritti del popolo palestinese anche da parte degli ebrei che vivono dentro e fuori Israele. Nel suo lungo intervento, l’artista ha snocciolato dati riguardanti le continue violazioni dei diritti umani da parte di Israele, con il beneplacito degli Stati Uniti e, più in generale, di tutto il mondo occidentale. Spaventosi i dati riguardanti la Striscia di Gaza, vero e proprio “Inferno in Terra” cui sono costretti circa un milione e mezzo di persone innocenti.

Gli interventi tecnici sono stati chiusi da Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, realtà impegnata nella salvaguardia dell’ambiente. Quel che poteva sembrare un intervento fuori tema ha invece mostrato che in Europa ben 400mila persone muoiono a causa dei danni che l’uomo procura all’ambiente, 66mila in Italia. Dopodiché si è concentrato sulla sua città natale, Taranto, vittima nel corso degli anni dell’inquinamento sistematico provocato dalle cattive politiche di gestione ambientale dell’Ilva, che hanno provocato circa 9mila malati di cancro nella sola area del tarantino.

Conclusioni affidate a mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura e presidente nazionale di Pax Christi, che ha invitato a perseguire, anche ma non solo attraverso la morale religiosa, valori che dovrebbero essere universali, come quello della pace e della fratellanza tra popoli.

Nel corso della serata sono state recitate opere di vari artisti da Leonardo Cosmai, vice-presidente di Spazio Libero e autore stesso di uno dei brani, e da Laura di Liddo, che ha anche presentato un’installazione fotografica di immagini dedicate al tema della guerra e al desiderio di pace. Singolare infine l’ “intervento d’arte” da parte di Alessandro Suzzi e Daniele Bruno, del collettivo Gods in Love, che hanno creato un’opera dedicata al tema del convegno.

In basso una breve rassegna fotografica dell’evento