Il 10 e 17 agosto scorso, a Mykonos, ospite del celebre Cavo Tagoo, resort 5 stelle lusso famoso in tutto il mondo, il biscegliese Michele Santorsola, musicista e live percussions performer nei club, si è esibito per la catena di ristorazione Zuma Restaurants: Contemporary Japanese Cuisine, davanti a circa quattrocento coperti in due set da due ore ciascuno. “Mykonos è uno di quei posti leggendari per un dj o per un musicista. Quando si pensa ad uno dei luoghi più belli al mondo dove suonare, si pensa sempre a Mykonos, Ibiza o Miami”, ci spiega Michele, che sull’isola greca ha presentato al pubblico il suo progetto MIKE ESSE, con cui dall’anno scorso si esibisce stabilmente nella sede romana di Zuma, sull’esclusiva terrazza del palazzo Fendi. “Per via del Covid la musica è stata solo un accompagnamento alla cena, perché le regole in Grecia non permettono di creare situazioni per ballare, ma il pubblico ha subito risposto in maniera positiva, trovando comunque un modo di partecipare allo show rispettando le indicazioni e comunicandoci il proprio apprezzamento rispetto a ciò che stavamo suonando”.

Michele Santorsola, con il progetto MIKE ESSE, si esibisce come live performer durante i dj set, suonando batteria elettronica e percussioni e accompagnando il dj durante la sua esibizione: “MIKE ESSE non è solamente un nome d’arte, ma il nome di un progetto che si differenzia radicalmente da quello che porto avanti come batterista. In genere mi esibisco su musica house, intendendo con questo termine tutte le sfumature che il genere comprende. A Mykonos ho avuto il piacere di esibirmi con Nina Maas, con la quale avevo già suonato a Roma in altre situazioni”. Michele nella Capitale lavora da ottobre 2019 con l’unica sede in Italia di Zuma, sotto la supervisione di Corrado Lamanuzzi, anche lui biscegliese, oggi General manager Zuma Roma, e grazie alla fiducia riposta in lui da Enrico Claro aka Rico, il primo dj che ha creduto in Michele offrendogli una grande possibilità per crescere ed arricchirsi. “Avevo mandato del materiale di ciò che facevo e loro, dopo averlo ascoltato, mi hanno fatto fare una prima serata lì. Era novembre. Poi sono tornato anche il mese successivo e mi sono esibito anche a Capodanno. All’inizio del 2020 sono diventato resident e ho cominciato ad esibirmi stabilmente a Zuma, almeno fino al lockdown. Anche adesso le limitazioni permettono dj set esclusivamente senza accompagnamento”, racconta Michele.

L’esperienza da Zuma e le conoscenze con i dj della scena romana hanno permesso al performer biscegliese di esibirsi in numerosi locali culto della Capitale: al Vinile con Frank Master, dj che suona in tutta Europa, allo Shari Vari di Trastevere, al Voodoo Bar, al Sanctuary e al Cybo, prestigioso ristorante a pochi passi da Piazza Navona. Ma è nella città di Bisceglie che il progetto MIKE ESSE comincia nel 2017, nei locali del lungomare e in quelli delle città limitrofe. Il grande salto arriva a febbraio 2019, quando Michele si esibisce come MIKE ESSE a Room26 con il noto Producer biscegliese Nicola Amoruso: “Quando suono con un dj che non conosco mi informo semplicemente sul genere di cui si occupa, per capirne atmosfere e gusti. A volte mi faccio mandare dei podcast e a casa mi esercito. Ma mi servono principalmente per capire che tipo di approccio avere sul palco. La performance live è quasi del tutto improvvisata ed ideata in base alla situazione che ci si trova davanti, a quanto tempo dura l’esibizione, al pubblico che c’è, sempre seguendo il dj”. 

Ed è sempre a Bisceglie che Michele comincia a studiare batteria con Roberto Marasciuolo della Nuova Accademia Orfeo all’età di 12 anni, per proseguire poi successivamente gli studi con Mimmo Campanale. Come esperienza live, il giovanissimo biscegliese si esibisce dal vivo già a 14 anni con alcune band locali, come quella di Giuseppe De Candia, gli Head-Out, Centiventotré, con la quale ancora collabora, e gli OverWonder, tribute band di Stevie Wonder e Jamiroquai, con i quali gira in lungo e in largo la Puglia. Prima di cominciare l’esperienza di Zuma, Michele non aveva mai suonato a Roma come MIKE ESSE, ma solo come Michele Santorsola, nelle vesti di batterista, compiendo tutti i classici passi della gavetta di un giovane musicista nella Capitale, cominciando a farsi un nome nelle jam session e nelle serate open-mic, prima di arrivare a suonare in locali come il Marmo, le Mura o il Wishlist. Il giovane batterista si trasferisce lì nel settembre 2017 per studiare al Saint Louis College of Music, rinomata scuola di musica dove si perfeziona sotto la guida di Daniele Chiantese, da dieci anni batterista della band di William Stravato e già collaboratore di Matthew Garrison, Dan Moretti, Lino Cannavacciuolo e Daniele Sepe. “Daniele mi ha fatto crescere tantissimo a livello tecnico, ma anche dal punto di vista mentale, mostrandomi che approccio avere rispetto al lavoro per poter fare della musica la mia professione, che era ovviamente la mia ambizione principale”. 

Come batterista, Michele Santorsola collabora con il cantautore senese Porthos, con il quale ha all’attivo diverse date in Toscana ed è approdato ad un evento importante come il Jammin’ all’Auditorium Parco della Musica, durante il quale il musicista biscegliese si è esibito anche con la cantante leccese Laura Delle Rose. Ma quello con Porthos non è l’unico progetto collaterale della carriera di Michele, che è invece coinvolto anche in “Prays for djs”, progetto elettronico con Massimiliano Biondi, chitarrista di Cesena con cui nel 2019 ha suonato al Festival Mevaniola, aprendo un dj set di Ludovica Pagani e delle Donatella, e nel progetto di organizzazione eventi “Mud Collective”. 

“Sento di dover ringraziare innanzitutto i miei collaboratori più stretti”, spiega Michele. “Il mio manager Michele Leccese, con il quale lavoro da gennaio, e Luca Minafra, mio grande amico e social media manager. Ma sarebbe impossibile non rivolgere un ringraziamento ai miei genitori, che sono stati i primi a credere in me quando ho deciso di trasferirmi a Roma per fare musica. Era un salto nel vuoto e per un genitore non è sempre facile accettare scelte di questo tipo. Se loro non avessero assecondato questo mio sogno, non sarebbe successo nulla di tutto quello che avete letto”.