Due autori di casa nostra, entrambi giornalisti e già ospiti delle precedenti edizioni della rassegna artistico-culturale “Libri nel Borgo Antico”, hanno presentato i loro ultimi lavori letterari nel corso della serata di sabato 29 agosto.

Presso Palazzo Ammazzalorsa è stato presentato “Non ho più tempo” (Secop Edizioni) di Luca De Ceglia, corrispondente della Gazzetta del Nord Barese. “Non ho più tempo” si presenta da solo già attraverso la copertina, appositamente realizzata dall’artista biscegliese Domenico Velletri: nell’intenso blu del mare, sempre presente negli scritti di De Ceglia, spicca vistosa come un faro una barchetta di carta di un arancione indefinibile, che naviga verso un isolotto sconosciuto, simbolo di libertà. Il protagonista di quest’ultimo lavoro letterario è un ufficiale giudiziario, Ottavio, che, spogliato della sua divisa, in una serata di divertimento a Giovinazzo, incontra Giorgio, portatore sano di una vita drammatica, all’insegna della prigionia nella lontana Australia. Lui è un pescatore anziano che passa il tempo a costruire barchette di carta per poi regalarle ai passanti dopo averli attentamente studiati con i suoi occhi, imponendo loro di dare loro un nome e di vararle verso l’ignoto, libere, come lui non è mai stato nella vita. Ma si è veramente liberi? È questo il vero interrogativo nascosto nel libro, un testo di denuncia dal quale emergono fatti realmente accaduti, scoperti grazie alle metodiche ricerche dell’autore. Siamo liberi di passeggiare sul lungomare pur sapendo che tra Molfetta e Bisceglie, dopo il secondo conflitto, sono state abbandonate in mare tonnellate di armi chimiche le cui fuoriuscite hanno dato vita sui fondali marini ad una alga rossa? Siamo liberi se sappiamo che Marta, figura femminile del libro, lavora in pizzeria pur avendo due lauree? Forse la libertà non è per tutti. Ma la si può attendere. Come fa Giorgio, prigioniero dimenticato in Australia nei campi di lavoro come tanti altri biscegliesi durante il secondo conflitto: aspetta che un vaporetto lo riporti in patria per poi scoprire che non c’è nessuno ad aspettarlo. A moderare la presentazione Loredana Bianco e Antonella Loprieno. Voce narrante quella dell’attore Carlo Monopoli. Chiara Aurora al violoncello.

Ricordi, flussi di emozioni ora meste ora solari, pezzi di cuore legati alla terra amata, alla terra dove non si vede l’ora di tornare: Bisceglie. Questa è una sintesi, seppur ingrata, di “Olive e taralli – Racconti biscegliesi” (Besa Edizioni) scritto dal giornalista Mattia Giuramento, caposervizio della redazione di Sky Tg24. Un’opera che racchiude, non in ordine cronologico, ma in un ordine dalla mente e, dapprima, dal cuore, bravate adolescenziali, cronache che narrano di amici e conoscenti persi troppo presto, sudore, lacrime, sorrisi, innamoramenti, descrizioni di altre realtà rispetto alla nostra, ma con un unico squisito filo conduttore: quel “fottuto paese che ti cresce, ti coccola e ti regala la felicità. Per tutta la vita”. Un libro-dichiarazione d’amore, in cui si palesano pregi e non si celano nefandezze, nei confronti di Bisceglie. Introduzione della presentazione tenutasi in piazza sant’Adoeno curata dal giornalista di Bisceglie24 e speaker di Radio Centro Francesco Brescia e moderazione della dott.ssa Pierangela Rana. “Guardo la mia città, la città che amo, con un particolare strabismo – ha spiegato Giuramento –: quando ne sono distante, nonostante i ritmi frenetici della quotidianità, la penso con brama di ritornarci, di viverla appieno, di ri-incontrare i miei vecchi amici, di ripercorrere le strade della mia adolescenza. Quando sono a Bisceglie cerco di suggere ogni viuzza, ogni odore, ogni sensazione. Non si può dire che ‘Olive e taralli’ sia pienamente autobiografico, semmai autobiografiche sono tutte le emozioni che racconto nel mio libro”.

Foto presentazione libro De Ceglia: Ufficio Stampa Libri nel Borgo Antico
Foto presentazione libro Giuramento: Mauro Belsito e Maristella Lupone