“Il compito era quello di ripopolare un luogo come quello del teatro e ce l’abbiamo fatta”. Sono le parole, lapidarie, del capocomico Francesco Sinigaglia che sanciscono il successo dello spettacolo “Benedetto. Il papa di Gesù”, portato in scena dalla CompagniAurea ieri, domenica 13 gennaio, sul palco del Politeama di Bisceglie.
Uno spettacolo di profonda attualità e che indaga, senza troppi raggiri, sulla vita di papa Benedetto (Nicola Losapio), personaggio la cui vita e vicende alludono verosimilmente al pontefice Ratzinger. Il cardinale Pepe, diventato papa Benedetto alle 17.50 del 19 aprile, è un personaggio fragile e troppe volte incompreso dalla comunità ecclesiale che però ha un’idea ben chiara: rivoluzionare una chiesa cattolica caratterizzata ormai dal vizio e dal lusso. In questo travagliato compito, Pepe è affiancato da Marta (Sabrina Papagni), una suora un po’ sui generis ma, in un periodo in cui la chiesa è in crisi, unica e vera sostenitrice del clero di papa Benedetto, e dalla “muta” Sally (Camilla Sinigaglia). Amanti del vizio e degli scandali sono invece i due cardinali, Volpe (Nicola Ambrosino) e Gatto (Giuseppe Leone), il cui unico intento è quello di “acquistare attici per essere più vicini a Dio”, e le due suore (Ilaria Di Benedetto e Arianna Lamantea) che, insieme ai due cardinali, vogliono far vacillare e cadere l’ingenuo Pepe. Contro festini e scandali, il cardinale Volpe si scopre abbia avuto in passato anche una relazione con una suora, papa Benedetto si oppone con la forza della morale e teologia, impotente a contrastare una chiesa più da grandi scandali che da buoni propositi. Al centro di una vicenda contorta si collocano le figure di suor Tina e suor Luciana (rispettivamente Elvira Ventura e Pina Polaro), impassibili di fronte alla crisi e convinte che la sola fede in Dio basti.
Con uno spettacolo che narra una vicenda ben complessa, il pontefice Benedetto si interroga sempre e spesso sulla sua funzione, comprendendo come in fin dei conti sia figlio di una chiesa in stallo che è disposta ad andare avanti con le sole regole dettate dal potere. Chiave di tutta la vicenda è Sally, non solo sostenitrice ma capace di credere realmente negli ideali di papa Benedetto. Sally è il modello di una chiesa disposta a “comunicare” con la società e che non può esimersi dai problemi del mondo poiché “tutti siamo colpevoli della guerra e responsabili della pace”.