E’ giunto stamane l’ok del Ministero dell’Ambiente per l’avvio dell’iter per l’istituzione di altre quattro aree marine protette in tutt’Italia.

Si tratta dell’area del Conero, sul litorale adriatico vicino Ancona (Marche), di Capo Testa-Punta Falcone (Sardegna) a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura, di Capo Milazzo (Sicilia) e tra queste figura anche l’area di Torre Calderina tra Bisceglie e Molfetta.

Il sito, di eccezionale rilevanza naturalistica, è luogo preferenziale per l’avifauna in transito lungo le coste occidentali della Puglia per le rotte migratorie, grazie alla presenza di zone umide come la vicina Cala Pantano, e ha come emblema proprio Torre Calderina, torre costiera del XVI secolo, facente parte del complesso sistema di torri di avvistamento del Regno di Napoli.

“Il vero tesoro italiano è la sua grande varietà naturale e paesaggistica, la suggestione del suo mare e delle sue coste – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in seguito alla decisione dell’istituzione delle quattro aree marine protette. Integrare questo tesoro con quattro nuove gemme significa innalzare il livello di protezione del nostro ambiente ma anche ampliare l’offerta del turismo sostenibile italiano con nuove mete di enorme interesse, capaci di stimolare iniziative e attività di crescita economica e occupazionale per queste aree, qualificando ulteriormente la proposta ambientale del sistema-paese”.

I prossimi 18 e 19 giugno Marche, Puglia, Sardegna e Sicilia e le amministrazioni locali interessate sono state convocate al Ministero per l’avvio del procedimento istitutivo, mentre le attività istruttorie scientifiche e gli studi relativi alle aree interessate saranno svolti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

Lo scorso anno si è costituito il Comitato di protezione, salvaguardia e sviluppo dell’Oasi, il cui portavoce, Nicola Pertuso, è largamente soddisfatto per la decisione ministeriale arrivata poche ore fa.

“No all’antropizzazione dell’area, sì ad un turismo sostenibile”, questo il pieno convincimento di Pertuso e dei responsabili del Comitato. “Purtroppo –  riferisce Pertuso – in questa zona scaricano le acque reflue di ben quattro impianti di depurazione. Anche se ci sono dei segnali incoraggianti, i depuratori, infatti, sono stati presi in carico dall’Acquedotto Pugliese. Tanto è stato fatto, ma tanto c’è ancora da fare per salvaguardare la ricchezza del nostro territorio, anche per le generazioni future. Vorremmo infatti – continua il portavoce del comitato “Oasi naturale di Torre Calderina” -, che questa operazione sia condivisa maggiormente dalla popolazione. Noi abbiamo coinvolto Legambiente, WWF e altre associazioni ambientaliste. L’attenzione deve restare alta, servono maggiori fondi e aiuti dal Governo“.

Una pecca, però, è da sottolineare, come sottolinea Pertuso: nonostante l’implementazione del numero delle aree marine protette, passato da 27 a 31, i fondi destinati alle preesistenti 27 aree ha già subito nei primi cinque mesi del 2014 un taglio lineare deciso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’istituzione di queste nuove Aree Marine Protette è prevista dalla legge di stabilità 2014, che non ha però definito nessun corrispondente aumento dei finanziamenti per la gestione ordinaria delle 4 Aree Protette Marine e delle 27 istituite, già in gravi difficoltà per la sistematica riduzione delle risorse. Tale aumento del numero senza un corrispondente incremento delle risorse per la gestione ordinaria e per gli investimenti per le Aree Marine Protette costituisce un autentico paradosso.
Non mancano comunque i progetti, anche con importanti ricadute di sviluppo sul territorio, come quello del costituendo primo museo d’arte europeo del mare, il MUMART, proprio in questa zona, che potrebbe garantire la fruizione dell’oasi naturale, facendola diventare importante metà di turismo ecologico e subacqueo.