Presentare la biciclettata di questa sera a Bisceglie, all’insegna dell’integrazione e dell’accoglienza, ma anche, e soprattutto tracciare un bilancio dell’attività svolta dal 2014 anche attraverso le testimonianze di due rifugiati, Ibra Leight, che vive a Bisceglie, e Zeinab Al-Megassees, che vive a Trani. Su questo è stata incentrata la conferenza stampa di questa mattina della Comunità Oasi2 San Francesco Onlus, soggetto gestore del Centro di Accoglienza Straordinaria per migranti richiedenti protezioni internazionale, nella struttura dell’ex Villa San Giuseppe, a Bisceglie.

La pedalata si svolgerà questa sera, lunedì 9 luglio, con raduno alle 18.30 in piazza Vittorio Emanuele. L’iniziativa, rinviata la scorsa settimana per maltempo, organizzata in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, partirà alle 19 con la musica della CycleBand. La biciclettata arriverà al teatro Mediterraneo, dove è prevista ancora l’animazione musicale della CycleBand in concerto e il Mijikenda live. L’evento, patrocinato dal Comune di Bisceglie e dall’Ufficio Comune di Piano – Ambito Territoriale Trani-Bisceglie, è realizzato in tandem con Faber, associazione di promozione sociale, Zona Effe, Medihospes, Giovaniidee Bisceglie, Terre Solidali, Caritas Bisceglie, Etnie, Service Learning. Libera – presidi di Trani e Bisceglie, Amnesty Puglia, Biciliae, Laboratorio Cittadino di Pastorale Sociale, Canudo, Epass, Mosquito, Pool Cavallaro, Boaonda.

La conferenza stampa, in cui sono intervenuti Gianpietro Losapio, presidente di Oasi2, Roberta Rigante, consigliere comunale di Bisceglie, e Debora Ciliento, assessore ai servizi sociali del Comune di Trani. è servita a fare il punto sul lavoro svolto in 4 anni dalla Comunità Oasi 2 San Francesco Onlus, che da settembre 2014 a dicembre 2017, tra Cas (Centro di Accoglienza Straordinaria, ovvero un servizio di prima accoglienza) e Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, ovvero un servizio di seconda accoglienza), ha accolto 523 persone richiedenti e titolari di protezione internazionale, sussidiaria e umanitaria. L’età media delle persone accolte è stata di 24-25 anni. Gli stranieri sono provenuti principalmente da Nigeria, Pakistan, Mali, Eritrea e Somalia;

La permanenza media nel Cas “Villa San Giuseppe” è di 260 giorni. Il 56% delle persone accolte tra il 2014 e il 2017 ha abbandonato la struttura prima di avviare la procedura di richiesta di protezione internazionale perché probabilmente avevano un percorso migratorio già costruito in precedenza che li ha portati altrove. Per il 25% degli ospiti la permanenza in accoglienza varia da 1 a 2 anni, e per il 9,2% da 2 a 3 anni, ben oltre il limite quindi di avvio della richiesta di protezione internazionale. Ottenuto il permesso di soggiorno, il 22% delle persone accolte è stata trasferita in un progetto Sprar.

La permanenza media delle persone accolte nei progetti Sprar gestiti da Oasi2 è di 191 giorni, leggermente più alta rispetto ai 6 mesi di accoglienza previsti dal regolamento Sprar ma comunque prorogabili in base ai progetti individualizzati di accoglienza integrata specifici per ciascun beneficiario.

Del 22% degli ospiti del Cas trasferiti in un progetto Sprar sul territorio nazionale, 40 persone sono state accolte da un progetto Sprar gestito da Oasi2. Di questi 40 ospiti passati dalla prima alla seconda accoglienza di Oasi2, 16 sono ancora in accoglienza. Dei 24 che hanno concluso il percorso di seconda accoglienza, 6 abitano e lavorano sul territorio di Molfetta, Bisceglie, Trani e Barletta, 3 si sono trasferiti in un’altra città in Italia e 6 si sono trasferiti all’estero.

In merito ai percorsi di uscita dall’accoglienza Sprar, per il 73% dei beneficiari, il percorso di accoglienza si è concluso con l’inserimento socio-lavorativo ed abitativo sul territorio (22,2%), in Italia (35,6%), all’estero (15,6%). Un percorso che si fonda su integrazione, rispetto, accoglienza. “All’inizio, per quel che concerne i rapporti con le popolazioni locali di Bisceglie e Trani, bisogna superare il pregiudizio. Fatto questo step, le persone si cominciano a fidare e non ci sono più problemi”, ha spiegato Losapio. “La nostra cultura, le nostre famiglie, sono fondate sul principio dell’accoglienza”.

Abbiamo intervista Ibra Leigh e Gianpietro Losapio. CLICCA SU PER VEDERE IL VIDEO.