Tiziana Palazzo con in braccio suo nipote

La medaglia d’oro al Merito Civile alla Memoria è stata conferita dallo Stato italiano a Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza assassinato dalla ‘ndrangheta il 12 marzo del 1985.

“Direttore della Casa Circondariale, pur consapevole del grave rischio personale, attivava una ferma azione di contrasto nei confronti delle feroci cosche ‘ndranghetiste locali, volta al ripristino e al mantenimento della disciplina e della legalità dell’istituto penitenziario”, si legge nella motivazione. “Per tale coraggiosa azione, tesa a recidere posizioni di privilegio tra i reclusi, cadeva vittima di un efferato agguato ad opera della criminalità organizzata, immolando la propria vita ai più nobili ideali di legalità e di giustizia. Splendido esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere profusi fino all’estremo sacrificio”.

La cerimonia di consegna è avvenuta lo scorso 2 novembre a Roma,  al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), alla presenza dal Capo del  Dap, Santi Consolo, e del Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri.

“Sono passati trentadue anni da quel 12 marzo, quasi trentatré, ma ogni parola, ogni virgola della bellissima motivazione riapriva ferite mai rimarginate e, al contempo, ci riempiva di orgoglio”, ha commentato Tiziana Palazzo, moglie di Sergio Cosmai. “L’istituzione finalmente riconosceva la grandezza del funzionario dello stato e dell’Uomo la cui statura morale è stata per la sua famiglia esempio e sostegno in questi lunghi anni di solitaria lotta perché giustizia e verità trionfassero”, ha aggiunto Tiziana Palazzo, che ha anche parlato del “peso dell’assenza”, poiché “mai nessuna medaglia potrà restituire ai propri figli un padre conosciuto appena o mai conosciuto e ad una giovane donna di appena ventotto anni il sogno appena sfiorato di una famiglia”. Allo Stato la prof.ssa Palazzo chiede di non essere lasciati soli e che a suo marito “venga riconosciuto lo status di vittima della criminalità organizzata, perché così è, esattamente come recita la motivazione, e così dovrà essere, a completamento di un faticoso, a tratti umiliante, iter burocratico”.

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