Manca solo Mowgli, per il resto ci sono tutte le caratteristiche fondamentali per parlare di vera e propria giungla, selvatica, infima, tenebrosa e dalla fauna non certo rassicurante.

Non è “Il libro della giungla”, ma la quotidiana storia che vivono e affrontano gli abitanti di Orto Schinosa a Bisceglie, terra di confine tra abitazioni civili, esercizi atti alla ristorazione e un parco tra pubblico e privato lasciato in totale, pauroso, deplorevole stato di abbandono.

I residenti della via e dell’attigua via Pozzo Marrone raccontano a noi di Bisceglie24 le numerose e incresciose lotte per far fronte a zanzare, rettili di ogni tipo e randagi che valicano anche i recinti creati ad hoc a confine delle due opposte terre.

Ultimo caso, ieri mattina. Lungo la gradinata che immette su Orto Schinosa è stato tranciato in due l’ultimo degli antipatici ritrovamenti: un serpente in gergo definito ‘cervone’, animale comune dalle nostre parti (Elephe quatuorlineata, della famiglia dei colubridi, il più grande serpente ‘nostrano’, mangiatore di uova), classificato ‘a basso rischio’ dal WWF, ma di certo non un belvedere per attività commerciali, abitanti, bambini che lì si ritrovano a vivere ogni giorno.

Abbandonato il lembo di terreno privato e abbandonata l’intera area alle spalle del Parco di via san Giovanni Bovio, oggetti di sporadici (e superficiali a quanto pare) interventi di manutenzione e pulitura dell’area.

Damigiane, cocci, ringhiere e vegetazione folta, foltissima, ghiotto habitat per insetti e rettili.

Segnalazioni sono state inoltrate nelle settimane scorse ai vigili del fuoco, ma una signora residente su via Pozzo Marrone si è già attivata per inoltrare urgenti comunicazioni e richieste di intervento al primo cittadino e agli uffici comunali preposti.

Tutto questo immediatamente al di fuori del perimetro del salotto di Piazza Vittorio Emanuele II.

Le foto possono raccontare meglio di ogni altra frase, di ogni altra espressione ciò che abbiamo trovato e ciò che ci hanno raccontato i residenti non stufi. Di più.