Il Parlamento Europeo ha approvato il discusso provvedimento che consentirà alla Tunisia di esportare in  Europa 35.000 tonnellate di olio d’oliva a dazio zero per tutto il 2016 e 2017. Il nuovo contingente tariffario senza dazio doganale si va a sommare alle attuali 56.700 tonnellate di olio per cui è già previsto lo stesso tipo di agevolazione grazie all’accordo di associazione UE-Tunisia in vigore dal 1995.

Già nello scorso ottobre, alla vigilia della stagione olivicola, avevamo affrontato l’argomento del nuovo contingente tariffario a dazio zero per l’olio tunisino con i frantoiani biscegliesi. Gli imprenditori locali, in una serie di videointerviste, ci avevano in larga parte espresso il loro fermo dissenso nei confronti della misura proposta dalla Commissione europea, a loro parere permettere l’ingresso in Europa dell’olio tunisino a dazio zero sarebbe una vera e propria forma di concorrenza sleale che andrebbe ad intaccare un mercato già duramente provato dal perdurare della crisi economica. Assieme alle proteste dei frantoiani biscegliesi ci sono state quelle di tutti gli imprenditori italiani del settore tanto che a fine febbraio il Parlamento Europeo aveva rimesso in discussione il provvedimento approvando quattro emendamenti della commissione agricoltura. La lotta degli europarlamentari italiani ha fatto si che il provvedimento sia stato adottato con gli emendamenti che hanno  introdotto l’obbligo di tracciabilità del prodotto proveniente dalla Tunisia e il divieto di proroga della misura.  Il provvedimento è stato approvato a larghissima maggioranza dall’assise di Strasburgo: 500 i voti a favore, 107 i contrari e 42 gli astenuti.

Cosi la relatrice dell’Europarlamento per il provvedimento, la liberale francese Marielle de Sarnez: “Il nuovo attentato di tre giorni fa in Tunisia ha dimostrato ancora una volta che dobbiamo agire concretamente per sostenere il sviluppo economico in Tunisia e nel Maghreb. Il settore oleicolo tunisino dà indirettamente lavoro a oltre un milione di persone, e rappresenta un quinto dell’occupazione totale tunisina nel settore agricolo”, per la de Sarnez “queste misure temporanee non avranno impatto sul volume totale di olio d’oliva tunisino esportato verso l’Unione“.

Di tenore completamente differente le tante dichiarazioni dei politici italiani, a partire proprio da Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, che una decina di giorni fa aveva annunciato una “riapertura della partita”:  “Con il lavoro compiuto dalla delegazione del Partito  quella approvata oggi è una proposta migliore rispetto alla precedente, mitigata grazie ai due emendamenti ComAgri assimilati nel testo originario. L’impegno, poi, del capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, a lavorare per la suddivisione mensile del contingente extra quando l’esecutivo Ue si occuperà del regolamento attuativo è, senza ombra di dubbio, un ulteriore risultato positivo. Resto però dell’idea – ha concluso De Castro – che la Tunisia vada aiutata con provvedimenti diversi, che sostengano davvero le imprese locali non favorendo la diffusione di pratiche fraudolente da parte di alcuni imprenditori del Sud Europa. In questa giornata, il mio pieno sostegno va agli agricoltori che stanno manifestando a Catania a difesa della qualità, delle pratiche e delle produzioni”.

Ancora più netto e deciso il commento del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina: “Rimango fermamente contrario a qualsiasi aumento permanente del contingente di olio tunisino. Come Ministero delle politiche agricole  abbiamo posto delle condizioni chiare sull’attuazione e sulle quote mensili dei contingenti e su questi punti non intendiamo cedere. Se non avremo garanzie continueremo a opporci all’adozione del regolamento da parte della commissione”. “Nel frattempo – prosegue Martina -, gli organismi di controllo del Ministero, a partire da Capitanerie di Porto, Corpo forestale e Ispettorato repressione frodi intensificheranno le ispezioni ai porti sul prodotto in arrivo. La filiera dell’olio italiano è tra le più controllate in assoluto e negli ultimi due anni abbiamo alzato il livello della risposta contro possibili frodi come mai accaduto in passato”.

Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo sottolinea la “disapprovazione per un provvedimento che, sia pure con qualche modifica ad una versione ancora più penalizzante, ricade sulle spalle di una categoria che meriterebbe aiuti da Bruxelles, non certo aperture alla concorrenza”. Ricordiamo che il Consiglio regionale pugliese aveva approvato ad ottobre un ordine del giorno che chiedeva agli europarlamentari italiani di non trascurare nessuno sforzo nel farsi interpreti delle ragioni dei produttori olivicoli. “Restiamo comunque impegnati – commenta il presidente Loizzo – a batterci per il nostro olio pugliese e per le ragioni dei nostri produttori e di tutta la filiera olivicola“.

Cosi invece la vice coordinatrice regionale di Forza Italia Puglia Federica De Benedetto: “Ribadiamo la assoluta condivisione del principio di vicinanza e solidarietà ad un Paese come la Tunisia, alle prese con la spirale del terrorismo, ma anche la totale contrarietà nei confronti di una misura che ancora oggi riteniamo inefficace a tal fine ed in grado di mettere gravemente in difficoltà il nostro comparto produttivo e l’economia del Mezzogiorno, come le reazioni delle associazioni di categoria di queste ore confermano. Ci auguriamo che siano i regolamenti attuativi a scongiurare scenari facilmente ipotizzabili”.

Durissimo infine il commento del deputato pugliese del Movimento 5 stelle Giuseppe l’Abbate: “L’esecutivo renziano ha incredibilmente boicottato tutte le sedi Ue in cui avrebbe dovuto opporsi al provvedimento a cominciare dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che, nel 2015, ha disertato senza giustificazione ben 9 Consigli europei su 13. Risulta pertanto ridicolo da parte del ministro, dunque, dichiararsi oggi, a cose fatte e sempre a parole, dichiararsi contrario all’import di olio tunisino a dazio zero rimandando la soluzione del problema a controlli futuri, come ha già fatto in passato, per poi essere smentito dai recenti dati dei Nas dei Carabinieri, secondo cui le frodi ai danni dell’olio di oliva italiano sono quadruplicate nell’ultimo anno. Patetico, infine, l’atteggiamento di chi oggi dichiara di aver provveduto a ‘migliorare il provvedimento’ quando – conclude L’Abbate (M5S) – avrebbe fatto meglio a ‘bloccarlo’ dato che occupa da tempo immemore gli scranni europei in campo agricolo: un atteggiamento che equivale a voler riparare delle crepe di una casa ormai crollata”