Era previsto circa un milione di euro di contributi per il piano sociale di zona Trani-Bisceglie ma sono stati stanziati solo 444mila euro per via dell’esaurimento di fondi regionali. Tutto questo si è tramutato in un finanziamento di appena 40 domande di buoni servizio sulle 84 complessive pervenute agli uffici e considerate ammissibili e finanziabili. In pratica 44 famiglie tra Trani e Bisceglie sono ora costrette a pagare di tasca propria per i servizi di assistenza ai propri cari affetti da disabilità fisiche o mentali. Una situazione che sembra ripetersi rispetto a quanto già visto mesi fa, quando la presidentessa della cooperativa “Uno tra noi”, Angela Quatela, denunciava ai nostri microfoni ritardi nell’erogazione dei pagamenti

Negli scorsi giorni proprio  Angela Quatela ha esposto pubblicamente la questione ai microfoni del TgR, assieme a lei negli studi Rai anche il dirigente del piano sociale di zona Trani-Bisceglie Sandro Attolico. “Il nuovo avviso pubblico regionale per richiedere i buoni di servizio scadeva ad ottobre”, ha esordito Angela Quatela, “le graduatorie però sono state rese note solo il 9 gennaio, solo in quella data le famiglie hanno scoperto di essere fuori dalla finanziabilità e che avrebbero dovuto pagare l’intera quota sociale di circa 700 euro per la frequenza dei centri diurni. Stiamo parlando di centri socio-educativi e riabilitativi ma anche per assistenza agli anziani e malati di Alzheimer”.  Sandro Attolico ha voluto subito chiarire: “Abbiamo rispettato i tempi della procedura. Il vero problema non è il ritardo addebitabile all’ufficio di piano ma la possibilità di poter finanziare tutte le domande che sono state ritenute ammissibili e finanziabili in virtù di alcuni parametri stabiliti dalla legge regionale. Con le risorse da noi ricevute abbiamo potuto soddisfare in prima istanza solo la metà delle domande che sono state ammesse a finanziamento”. Attolico ha voluto sottolineare anche l’intervento del sindaco di Trani Amedeo Bottaro e del vicesindaco di Bisceglie Vittorio Fata: “hanno prontamente presentato un’istanza alla Regione, si sono subito preoccupati della questione. Il problema però è che in tutta la Regione ci sono 1266 domande ritenute ammissibili, finanziabili ma senza erogazione. Anche la regione Puglia si è dimostrata sensibile all’argomento finanziando i residui e consentendoci quindi di finanziare in parte anche chi non era stato finanziato in prima istanza”.

Secondo la rappresentante di “Uno tra noi” sarebbe opportuno che: “Si costruisse il sistema in maniera che le graduatorie possano uscire prima per far sapere alle famiglie se devono pagare o no la retta. Tenete presente che tutta questa situazione comporta anche fortissimi ritardi nella fatturazione, dopo la fattura ci vogliono 4-5 mesi per ricevere i pagamenti”. Per il dirigente Attolico una buona soluzione sarebbe quella di: “predisporre la possibilità di finanziare più annualità e magari conoscere prima dei bandi i fruitori in modo tale che si possano spalmare meglio le risorse finanziarie che sono disponibili su più annualità”. In conclusione il dirigente Attolico ha voluto chiudere sottolineando come l’ufficio del piano sociale di zona Trani-Bisceglie: “in cinque mesi abbia liquidato una somma pari a 1milione e 200mila euro”.

La situazione rimane comunque molto complessa, in primo luogo per gli utenti del servizio che rischiano di rimanere senza prestazioni per loro essenziali, poi anche per le loro famiglie e per i lavoratori stessi del settore che temono di perdere da un momento all’altro il loro posto di lavoro.