È ospitata, da sabato 4 febbraio, all’interno del Laboratorio Urbano di Palazzo Tupputi la mostra “Visioni di Confine”, a cura di Tomas Di Terlizzi, maestro d’arte e counsellor da vent’anni anni realizzatore di laboratori artistici con gli ospiti dell’Opera Don Uva.

visioni di confineLe opere presenti all’interno della mostra, infatti, sono state realizzate dai pazienti della Casa Divina Provvidenza nell’ambito del laboratorio sperimentale di attività creative “I Camalioni”, nato dal 1996 e curato da Tomas Di Terlizzi, Luisa Papagni, Marilena Paradiso, Vittoria Sasso, Sergio Soldani.

La mostra, aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 20:30 fino a venerdì 24 febbraio, è stata allestita dal Cineclub Canudo, e rientra in un progetto più ampio, intitolato “Teatri di confine”, patrocinato dall’amministrazione comunale e dal Teatro Pubblico Pugliese.

Numerose sono le realtà cittadine che collaborano all’interno del progetto: I Camalioni, Centro Jobel, Cineclub Canudo, Circolo dei Lettori/Presidio del Libro, Anthropos, Factory, il Gabbiano, il Giullare, Laboratorio Urbano Palazzo Tupputi, Legni Pregiati, Linea d’Onda, La luna nel pozzo, Un mondo per tutti, Uno tra noi, Pegaso, Il Pineto, Tandem, Temenos, Teste Calde, messe in rete dal Sistema Garibaldi di Bisceglie.

Nel corso della serata di inaugurazione della mostra è stato proiettato il cortometraggio “L’estasi della ragione”, diretto nel 2009 dai registi César Meneghetti ed Elisabetta Pandimiglio e prodotto da Cineclub Canudo e Avvistamenti Workshops, creato dai partecipanti al laboratorio sul documentario creativo “Visione_Realtà”, condotto dai due registi e organizzato dal Cineclub Canudo nel luglio 2009. Un piccolo documentario che propone una raccolta di immagini e testimonianze del mondo manicomiale e al tempo stesso rappresenta una riflessione sul tema del confine: dalle testimonianze degli intervistati emerge l’impossibilità di tracciare una distinzione netta tra normalità e follia, dunque il confine in questo caso è visto come punto di contatto, più che come separazione.