Una scritta “Silenzio” campeggia sulla scena e subito il pubblico in sala si è sintonizzato sulle onde di “ Buonanotte brivido”, lo spettacolo della compagnia Donati&Olesen che ieri sera ha conquistato il pubblico del Teatro Garibaldi.

Protagonista un trio molto complice, composto da tre ridenti personaggi con indosso una camicia arancione, il perugino Giorgio Donati, lo svedese Jacob Olesen e l’olandese Ted Keijser, il quale ha animato l’intera pièce comica con musiche e suoni prodotti con oggetti di uso comune, tra cui bacinelle, imbuti e guanti.

A far da filo conduttore all’intera vicenda è stata l’ultima imperdibile puntata delle serie radiofonica “Buonanotte brivido”, in cui il commissario Blumenfeld e il suo fido sergente Russò scopriranno il pluriomicida che continua ad atterrire la città. Prima della messa in onda della trasmissione, il pubblico – “radioascoltatore” è stato deliziato da una comica lezione di magia in cui dovevano scomparire una scopa, un assistente e il colombo Oscar e uno spassoso dialogo tra il comico della settimana e il suo ventriloquo Vincenzo. Giunti all’ inizio della puntata, il commissario è informato di un ulteriore omicidio commesso al Caffè dello Sport, un bar del centro. Gli indizi sono sempre gli stessi: tracce di fango e dei garofani posti vicino ai corpi delle vittime. Successivamente la scena si è spostata idealmente al fiume, dove Blumenfeld è convinto per intuito di trovare l’assassino ed è proprio lì che si sta consumando il delitto della casalinga Linda. Tra i buffi testimoni che si sono succeduti durante la vicenda, è opportuno ricordare la strampalata coppia dei fratelli Fritz e Franz, che ha rinvenuto l’arma del delitto, ovvero un coltello, nei pressi del fiume. La redazione radiofonica si è recata a casa loro per un’intervista, in cui i due personaggi hanno instaurato un’ilare gag, giocando con le assonanze dei propri nomi. Il maggior indiziato del caso è Vincenzo Uccellini, un floricoltore. Durante l’interrogatorio Uccellini ha escogitato un alibi di ferro: si era recato al fiume, perché aveva perso un francobollo. La perspicacia del commissario, però, è infallibile; infatti elabora il piano “Joanna”, in cui il sergente Russò, travestito da donna, si sarebbe dovuto recare al Caffè dello Sport, dove il commissario riteneva che sarebbe giunto anche il floricoltore. Ed è stato proprio così: Vincenzo Uccellini si trovava in quel luogo e ha provato ad adescare la falsa donna, ma il sergente Russò è riuscito a smascherare l’assassino. Dopo un breve inseguimento il floricoltore ha confessato e sorprendentemente ha ringraziato il commissario per averlo catturato, perché era diventato un incubo non solo per gli altri, ma soprattutto per se stesso.

Lo spettacolo è stato uno sconvolgente vortice di allegria, di suoni e di musiche, in cui gli attori sono riusciti a coniugare sapientemente il genere giallo con la tradizione della commedia dell’arte.

Galleria fotografica a cura di Nicola Mastrototaro