«L’importanza dell’accoglienza, non solo per il desiderio affettivo e umano di diventare genitori, ma anche in relazione al cammino di spiritualità da intraprendere». Con queste parole Leonardo Trione, presidente della “Comunità Arca dell’Alleanza”, ha sintetizzato il messaggio del convegno “Accogliere in nome di Gesù tra affido e adozione”, che si è svolto venerdì 30 maggio al consultorio familiare Epass (piazza Generale Dalla Chiesa). Sala gremita e cospicua presenza di coppie che hanno adottato o sono nel mezzo di questo percorso.

La conferenza, organizzata dall’Arca e dall’associazione “Amici dei bambini” (Ai. Bi.) – che si occupa dal 1992 di adozione internazionale – con il patrocinio dell’Azione Cattolica, Comune di Bisceglie e Arcidiocesi di Barletta-Trani-Bisceglie, è stata moderata da Riccardo Losappio, direttore della commissione diocesana “Cultura e comunicazioni sociali”. Tra gli ospiti anche il monsignor Giovanni Battista Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie.

In apertura i saluti del sindaco, Francesco Spina, che ha espresso soddisfazione per il percorso delle politiche sociali intrapreso in rete con le realtà operanti sul territorio, e del consigliere regionale del Pd, Ruggiero Mennea.

Tra i relatori il presidente e fondatore dell’Ai. Bi, Marco Griffini, il quale, da padre di tre figli adottivi, ha messo in evidenza quanto può essere importante adottare: «Ogni 15 secondi un bambino viene abbandonato. L’adozione può salvare delle vite, è dunque una cosa meravigliosa. E se il nostro figlio adottivo fa figli e adotta, vuol dire che abbiamo davvero fatto centro».

Sfatato il mito di quanto sia difficile adottare un bimbo al giorno d’oggi: Antonio Gorgoglione, coordinatore del “Gruppo Famiglie locali” Ai.Bi, anche lui padre adottivo, ha garantito che il percorso non è così tortuoso come si dice, se ci si rivolge a strutture competenti. «Enti autorizzati, seri e corretti, come il nostro, non hanno solo il compito di fare da intermediari nell’iter burocratico dell’adozione, che può durare dai due ai tre anni – ha detto – Noi assistiamo dall’inizio alla fine i futuri genitori, preparandoli e sfruttando positivamente questo tempo d’attesa. Li accompagniamo nelle 31 nazioni estere dove abbiamo sede, da quando il loro aereo atterra fino al momento in cui ci risalgono assieme a loro figlio». L’Ai.Bi Segue la famiglia anche nel post «per tutte le necessità, con i gruppi locali di sostegno», ha precisato Gorgoglione. «Quindi – concludendo – si può accogliere. Basta saper scegliere le persone giuste e il bambino arriverà».

Dunque, guardare all’affido e all’adozione come una possibilità umana e, al tempo stesso, spirituale è l’obiettivo che accomuna la Comunità Arca dell’Alleanza e l’Ai.Bi, come ribadito da Leonardo Trione: «Entrambe le realtà si impegnano a diffondere la cultura cristiana dell’accoglienza. Prima di dare ospitalità è necessario aprire il proprio cuore al messaggio del Vangelo. Qualsiasi cosa farete a questi miei piccoli l’avrete fatta a me, furono le parole di Gesù».